Prendete un qualsiasi bookmaker e andate alla voce “Salvezza Spezia Calcio“: troverete quote e indicazioni di una scontatezza tali da far impallidire persino il Conte Dracula. Piccolo dettaglio: il calcio, sinonimo di vita, è tutto fuorché scontato e allora ecco che quella definita dai grandi esperti del football come un’Armata Brancaleone venuta in serie A per caso e magari per svernare, qualcosa da raccontare ce l’ha. Eccome se ce l’ha: salvo il fisiologico shock da esordio contro il Sassuolo, peraltro oggi seconda forza del campionato, lo Spezia di Mister Italiano – un anno fa di questi tempi a un passo dall’essere esonerato – ha mostrato di avere tutte le carte in regola per affrontare un più che dignitoso campionato.
E la partita di ieri ne è il perfetto prototipo: sotto di due reti in appena quattro minuti, alla fine gli aquilotti non solo hanno ristabilito i conti, ma hanno persino rischiato di vincere contro la ben più quotata Fiorentina di Ribery. Fortuna? Momento no della viola? Non cercate scuse. Lo Spezia è un solido cantiere avviato , alla cui guida siede un uomo con idee chiare: organizzazione, senso del sacrificio ed estetica calcistica. Spensierati, ma non troppo, i giovani ragazzi di Italiano non hanno alcuna intenzione di recitare la parte della cenerentola della massima serie. Certo, non tutto andrà sempre liscio, ma di una cosa possiamo essere sicuri: nonostante la età media sia tra le più basse della A – 26 – le Aquile hanno già dimostrato di possedere una rara virtù chiamata maturità. Passo dopo passo, mattone dopo mattone, lo Spezia ha già dunque iniziato a piantare i propri semi identitari. E con questo spirito, i frutti saranno sicuramente dolcissimi.