3 Novembre 2020 - 13:00

Fuori in sessanta… minuti

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C’è uno Spezia che piace, che strappa applausi, che convince. Ce n’è un altro che appare spaesato, appannato e in difficoltà. La seconda versione è spesso più quella che la squadra di Italiano mette in campo una volta scoccata l’ora di gioco. In particolare quando l’avversario sale di livello. Le prestazioni delle Aquile parlano chiaro: cuore, grinta e mordente nelle partite contro le squadre non al top della classifica, resistenza e gara a viso aperto solo per 60′ con le prime. Prendere o lasciare, tre e tre. Il gioco del tecnico piace, è aggressivo, avvolgente e spesso efficace, ma alla lunga offre forse troppo il fianco alle quotate avversarie, che finiscono per dilagare nella parte finale del match. Ed è un peccato, perché spesso lo Spezia viene punito oltre i suoi demeriti. Contro il Sassuolo è stato il rigore di Berardi (64′) a far mettere la freccia ai suoi, contro il Milan lo 0-0 è stato rotto dal sigillo di Leao (57′) su punizione di Calhanoglu. Così come oggi sono bastati due singoli minuti a CR7 per gonfiare la rete di Provedel (59′) prima di dare il La al banchetto bianconero (SCEGLIETE I TRE MIGLIORI DI SPEZIA-JUVE). E a conti fatti, la formazione neo-promossa ha già affrontato le prime tre squadre della nostra Serie A.

Fuori in sessanta… minuti. Parafrasando un noto programma televisivo, la sensazione che dà lo Spezia contro le grandi è quella di mostrare buoni indizi, ma di non riuscire ancora a tenere botta per tutti i 90′. Inevitabile – ed è giusto che sia così – che le individualità superiori delle big alla lunga vengano fuori, ma la sensazione è che le Aquile, con il loro approccio e stile di gioco, abbiano forse solo bisogno di tempo per riuscire pienamente a tenere testa ai tanti club al top della Serie A. Anche nelle parole di Italiano traspare la soddisfazione per la prova messa in campo dai suoi, con la consapevolezza che ci sia ancora molto lavoro da fare per trovare l’assetto migliore. Prima il Benevento, poi la pausa. E il tempo potrà essere alleato delle bianche casacche.

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