A Trapani è una certezza, un veterano, uno di quelli che non abbandona mai. Quando dici Luca Pagliarulo dici buona parte della storia recente del club. Classe ’83, fascia da capitano al braccio immancabile, ha vissuto gli alti e bassi di questi ultimi anni convulsi della città siciliana: dal ritorno in Serie B al tragico fallimento di questa stagione dopo la retrocessione, quando il campionato non è nemmeno potuto cominciare per la sua squadra. “Ci hanno tolto il calcio dalla piazza” commenta amaro su un’altra delle tante vicende buie del nostro calcio, che lo ha lasciato svincolato e con un futuro tutto da scrivere. Nei dieci anni della sua lunga permanenza in granata, il difensore ha incrociato tanti volti vecchi e nuovi e tra questi ha ben conosciuto il tecnico aquilotto Vincenzo Italiano e Mbala Nzola, a segno per la prima volta in A contro il Benevento (VOTATE I VOSTRI MIGLIORI IN CAMPO). La redazione di Spezia1906.com lo ha contattato in esclusiva per approfondire il tema e farci raccontare un punto di vista in più dei due uomini del momento in casa Spezia, che hanno instaurato un rapporto speciale.
Ti aspettavi uno Nzola così alla prima esperienza in A?
Sì, ci ho scommesso direttamente con lui stesso che avrebbe giocato ad alti livelli. Avevamo un buon rapporto, anche se a Trapani ha vissuto purtroppo anche momenti bui. Ma le potenzialità le ha, si sapeva ed erano sotto gli occhi di tutti. Più di una volta abbiamo cercato di fargli capire questo, ma essendo giovane e con tante possibilità tutte da scoprire aveva ancora bisogno di trovarsi. È un ragazzo introverso, che in cuor suo sa di essere forte e lo vuole dimostrare: alcune volte si lascia andare a comportamenti che possono sembrare altezzosi ma in realtà è un buono e si vede. Ora finalmente il campo lo sta dimostrando.
Anche perché già l’anno scorso proprio a Trapani (con Baldini allenatore) segnò un gol che rischiò di affossare il progetto Italiano e il suo Spezia…
Conoscendo il modo di lavorare di Italiano sapevo che i risultati sarebbero arrivati anche se la partenza non era stata delle migliori. Gli si deve dare un po’ di tempo perché chiede tanto e ha delle dinamiche da far assimilare al gruppo. Quando poi la squadra riesce a riconoscere i punti di forza che ha il mister è tutto più semplice e infatti così è stato. Ora è tutto diverso, si gioca con squadre di spessore internazionale. È stimolante ma anche complicato: deve contare la testa, a livello di gioco il mister offre i modi per giocare bene ma serve la concentrazione massima contro giocatori che anche fisicamente sono più forti.
Visto che lo conosci bene, che consiglio ti senti di dare a Nzola?
Di spingere tanto sull’acceleratore e sfruttare il momento. Deve dare ancora di più il massimo adesso perché deve capire che in A ci può stare tranquillamente. Ricordo che a Trapani, in Serie C, nel momento più importante della stagione ha vissuto una situazione poco piacevole con la piazza e ha risposto in modo molto particolare. Si è dato una scossa e nei play-off verso la B ci ha fatto vincere il campionato da solo. È un ragazzo che merita di stare anche in categorie alte, ha tutte le qualità per farlo.
E Italiano ha saputo prenderlo e farlo crescere ulteriormente. È un martello come dicono tutti?
Non è un martello normale, è un martello pneumatico! (Ride n.d.r.) Ogni giorno va al campo e i giocatori tornano a casa avendo imparato qualcosa. Ha raccolto tantissimo in questi anni e ha un modo di allenare diverso, tutto suo. Posso dire che in 15 anni di carriera non ho mai visto modi di lavorare così. Si rapporta con tutti alla stessa maniera, dai ragazzi della Primavera ai veterani e i giocatori lo riconoscono e lo rispettano. Ha delle tipologie di allenamento che piacciono e danno tanto e in campo fanno rendere al meglio. Mi auguro che abbia un futuro radioso davanti a sé, ha saputo crearsi da solo. I numeri parlano per lui, ma è naturale che negli anni bisogna dimostrare di saper fare.
Per quanto osservato in queste prime giornate, lo Spezia può coltivare il sogno della permanenza in Serie A?
Sarà un campionato difficile, l’importante è da subito mettere in cascina punti importanti. Spero che Italiano e il suo staff possano condurre la città a questa che è una vera e autentica impresa.
Cosa c’è nel tuo futuro dopo questa brutta storia legata al Trapani?
La situazione è tragica, ci hanno tolto il calcio dalla piazza. Ora sono fermo, ho deciso c0sì. Un po’ a causa della pandemia e un po’ per esigenze familiari non ho voluto allontanarmi da casa. Sto cercando di studiare e seguire qualche corso per poter rimanere nel mondo del calcio.
Anche se un giocatore non è a livello dei grossi campioni..trovarsi senza lavoro dopo aver dato tutto per dieci anni a una società calcistica..penso che sia inaccettabile..purtroppo il mondo del calcio e fatto cosi..non si può fare altro che augurargli un gran bene per il prossimo futuro!!
In bocca al lupo Pagliarulo
👍🤞🤞