Il portiere Ivan Provedel, in collegamento con il partner dello Spezia Spigas in una diretta Instagram, ha analizzato i temi del campionato rispondendo anche alle domande dei tifosi. Una storia particolare per lui, ma anche un momento davvero magico per l’estremo difensore bianco, che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nonostante sia l’ultimo arrivato, come ha raccontato anche Ivano Rotoli ai nostri microfoni. Queste le parole del numero 1 aquilotto:
Sull’esordio in A: “2 anni fa in Frosinone-Empoli fu una grandissima emozione, era la mia gara di rientro dopo un brutto infortunio. Era una grande emozione. Ma l’esordio con lo Spezia è stato ancora più bello, quasi come una seconda prima volta. Dopo un lungo calvario è stato più bello”.
Sul gol segnato in B: “Contro l’Ascoli fu una valanga di emozioni difficili da spiegare. Anche perché è un’eventualità molto rara, è stata una gioia immensa anche rivederlo. Un grandissimo ricordo nella mia carriera”.
Su che ruolo aveva fuori dalla porta: “Fino a 15 anni ho fatto l’attaccante al Treviso e al Pordenone. Fin da piccolo mi piaceva giocare in porta, ogni tanto agli allenatori chiedevo di stare fra i pali. Poi ho conosciuto un preparatore dei portieri delle Giovanili dell’Udinese e da lì è nato un ottimo rapporto e sono stato preso dai bianconeri friulani”.
Sull’idolo calcistico: “Senza dubbio Toldo, nel 2000 vidi gli Europei contro l’Olanda e mi è nata la voglia di essere come lui. Da lì è andato tutto avanti”.
Sulla parata più bella: “Al momento penso al periodo recente. Quella su Pasalic e poi Gosens contro l’Atalanta è stata quella più importante perché ci ha permesso di fare un punto con una squadra forte”.
Sul suo sogno nel cassetto: “Sicuramente sarà quello di molti altri ragazzi. Vorrei arrivare a giocare partite che si giocano in questa sera, le coppe europee”.
Sullo Spezia: “Penso che l’obiettivo e il sogno di questa stagione sia quello di salvarsi e mantenere la categoria per esserci ancora l’anno prossimo. Non è facile, ma per noi è questo ciò che va fatto. Tutti pensavano che fossimo la squadra materasso, al momento stiamo invece dimostrando che non è così e che contro di noi è dura. Lottiamo per dimostrare che ci teniamo e possiamo stare in questa categoria. Italiano è il primo che cavalca questa corrente di pensiero”.
Sul bilancio dell’inizio: “Le cose sono due: stiamo costruendo un’identità di gioco e penso si stia vedendo di partita in partita. In più siamo stati impiegati in molti e tutti sono stati in grado di dare il massimo in ogni partita. Se non sono io è un altro e ognuno si fida dell’altro perché va forte. Quando ci sono dei cambi non c’è differenza, si va sempre migliorando”.
Sull’attaccante più temuto: “Sempre quello della prossima sfida… In Serie A ce ne sono tantissimi e spesso anche nella stessa formazione. Ci concentriamo sempre sui prossimi”.
Sul tornare al Picco: “Da avversario è stato bello giocarci, ora ci aspetta anche in A. Lo conosciamo bene, sicuramente sarà un valore aggiunto”.
Sulla Serie A con lo Spezia e con l’Empoli: “In entrambi i casi squadre giovani che cercavano di arrivare all’obiettivo proponendo un gioco. Le differenze sono tante, visti i giocatori, modulo e allenatore diversi”.
Sul ruolo del portiere: “È in costante evoluzione ed è già cambiato molto. Tempo fa doveva semplicemente parare, ora deve partecipare sempre al gioco sia in fase di possesso che di costruzione. Si sta adattando a un calcio che già di per sé sta cambiando molto”.
Sui compagni: “Ho un buon rapporto con tutti, ovviamente conoscevo già qualcuno. Con gli altri portieri ovviamente, passando tanto tempo assieme, ho legato particolarmente”.