Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è intervenuto ai microfoni di Sky Sport, per tracciare un bilancio dell’anno complicato che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Ecco le sue parole:
Il 2020 è stato un anno difficile, in cui abbiamo dovuto contemperare l’esigenza di tutelare la salute e contemporaneamente abbiamo dovuto proporre di giocare a calcio. Questo ha portato a incrinature interne, ma abbiamo saputo ricucirle, comunicando nella giusta maniera ai tifosi. Abbiamo vissuto momenti di sconforto e di solitudine. Spesso abbiamo pensato alle conseguenze, che sarebbero potute derivare dall’ annullamento dei Campionati, soprattutto di Serie A. Io non ho salvato nulla, ho solo svolto il mio ruolo con grande coscienza e responsabilità, chiedendo aiuto a tutti coloro che volevano dare un contributo alla tutela del calcio italiano. Voglio ringraziare il Ministro dell’Economia e il ministro dello Sport. Sappiamo benissimo, che il mondo del calcio ha perso una delle sue entrate di riferimento: Il ricavo da botteghino e non solo. Oggi il calcio non ha ricavi, ma ha costi sempre in aumento, derivanti non solo dall’applicazione rigida del protocolli, ma anche dagli impegni assunti precovid. Per questo noi chiediamo al Governo di essere maggiormente sensibile verso un mondo sempre additato come opulente. Oggi il calcio è un’industria, una delle più importanti del nostro Paese, coinvolge 12 settori merceologici diversi. Quindi il calcio non è solo la squadra, ma una dimensione molto più ampia, è per quello che noi chiediamo maggiore considerazione. Nazionale? La nostra Nazionale è un valore aggiunto e rappresenta un fiore all’occhiello di questa nostra gestione. Mi aspetto una crescita di entusiasmo ancora maggiore attorno a questa squadra. Per quello che ha dimostrato in questi due anni manca quella ciliegina, che francamente potremmo individuare in una coppa perché questi ragazzi la meritano. Con Mancini abbiamo un bel rapporto, un rapporto leale e aperto. Roberto sa che noi non saremo mai in grado di competere sotto il profilo economico con i grandi club, ma sa che esistono dei valori e dei sentimenti che non sono monetizzabili. L’amore e l’affetto che lui ha verso la Nazionale credo che sia una buona parte di compenso che noi possiamo mettere sul piatto della bilancia, per poter arrivare ad un rinnovo che sono convinto che non mancherà.