10 Gennaio 2021 - 16:00

Altalena blucerchiata: la Samp del miracolo Ranieri ai raggi X

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Non sembra conoscere tante vie di mezzo l’altalena targata Sampdoria 2020/ 2021: o si vince o si perde. Poco spazio, invece, ai pareggi, due per l’esattezza in queste sedici uscite. In mezzo sei vittorie, di cui l’ultima prestigiosa contro l’Inter, reduce a sua volta da 8 affermazioni consecutive e ben 8 sconfitte. Totale 20 punti, undicesimo posto in classifica e zone calde tenute a distanza. Una stagione sin qui non proprio esaltante, anche se è bene ricordare come la banda di Ranieri sia reduce da un piccolo miracolo, con la salvezza conquistata lo scorso anno dopo l’avvicendamento in panchina con Eusebio Di Francesco. Riavvolgendo infatti il nastro di un anno, la Samp di questi tempi navigava nei bassissimi fondi della classifica, poi la svolta con l’avvento dell’allenatore campione d’Inghilterra ha portato in dote la permanenza in massima serie.

Rafforzati dagli arrivi di Candreva, Keita, Adrien Silva e della sorpresa Damsgaard, i blucerchiati possono contare su una rosa dotata di un buon mix di quantità e qualità, oltre al punto di forza rappresentato da Ranieri, vecchia volpe del calcio internazionale. Schierata con un 4-4-2 pronto a trasformarsi in 4-4-1-1, la dote migliore di questa Samp è sicuramente quella di saper colpire l’avversario in controtempo, come appunto successo nell’ultima gioia casalinga contro l’Inter. L’imprevedibilità di due ali esperte come Jankto e Candreva, unita alla freschezza della coppia Damsgaard – Keita e all’esperienza di Quagliarella – deciso a rimanere a Genova nonostante le sirene della Juve – rendono il reparto offensivo blucerchiato un’ottima arma a disposizione.

Meno rosea la situazione della retroguardia, con i vari Tonelli, Colley e Yoshida troppo spesso alle prese con svarioni difensivi. L’eccezione da menzionare riguarda invece l’ex di giornata, quel Tommaso Augello partito con tanta umiltà dalla panchina e diventato col passare dei mesi un titolare inamovibile. Nel complesso, dunque, una Samp operaia, da un gioco tutt’altro che indimenticabile, ma comunque in grado di disputare stagioni sufficienti in attesa, chissà quando, della tanto acclamata svolta societaria.

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