Non c’è dubbio: il tonfo della Roma in Coppa Italia contro lo Spezia fa rumore (VOTATE I VOSTRI MIGLIORI IN CAMPO). Il risalto mediatico che ha da subito avuto la sconfitta dei giallorossi, ma soprattutto il clamoroso caso legato alle sei sostituzioni, è stato enorme. Come spesso accade, un grande club fa spesso e volentieri parlare di sé nel bene e nel male, tanto che questa mattina di discute anche del possibile futuro di Fonseca in panchina. I giallorossi attirano su di loro in un colpo solo gli occhi della critica, il tema regolamentare, l’eliminazione in Coppa Italia, il derby perso, il non aver sfruttato un’occasione spesso derubricata come facile facile.
Ma una cosa non va dimenticata: diamo a Vincenzo quel che è di Vincenzo. Il piccolo Spezia, da tempo ormai vittima sacrificale per molti sull’altare della Serie A, sta invece piano piano dimostrando che con le proiezioni, le statistiche, i nomi, non sempre si raggiunge la realtà. Vincenzo Italiano ha un merito grande, innegabile, che gli va riconosciuto. A 90′ dal termine del girone di andata ha dato fastidio a molti, anche inguaiato tanti. E ieri sera, ancora una volta, il suo gruppo si è presentato all’Olimpico senza grandi certezze, con tanti giocatori reduci da infortuni o da tempo fuori dal campo. Krapikas, Leo Sena, Galabinov, anche Saponara per ragioni diverse sono stati per parecchio tempo lontani dal ruolo di titolari. Ismajli, Deiola, Agudelo non sono certo titolarissimi di questa squadra: escludendo Maggiore e un Vignali (che da un po’ fa gli straordinari) era uno Spezia tutt’altro che collaudato quello sceso in campo ieri.
Voi direte: “sì ma in nove è più facile” ed è vero, ma gli aquilotti hanno saputo trascinare una Roma tutt’altro che piena di seconde linee fino al 120′. Cristante, Pellegrini, Pedro, Pau Lopez, Mkhytarian, Mancini, con Villar, Spinazzola e Mayoral sostituti di lusso: tutti titolarissimi, anche in Serie A. E l’ingresso di Dzeko, Veretout, Perez ha testimoniato quanto la squadra della Capitale non volesse abbandonare la coppa. Senza contare che fra pochi giorni, nel replay di campionato, Fonseca si ritroverà con molti di loro con 120′ di gioco sul groppone. Scusate se è poco.
Non passi perciò inosservato quello che questa banda di debuttanti o quasi sta costruendo, guidata da un allenatore indiavolato che tanto bene sta facendo e che sa esaltare come pochi la grande forza che ha questo gruppo. È un lavoro più silenzioso e meno mediatico, non c’è dubbio. Ma, lo possiamo dire senza timore di smentita, merita esattamente lo stesso risalto di quello dei più blasonai dirimpettai.