Sassuolo e Spezia si affrontano domani. Due realtà di provincia ritrovatesi in Paradiso. I neroverdi ci sono da otto anni e hanno implementato un processo di crescita di alto livello, ma La Nazione individua alcune similitudini con i liguri. Nel 2002 Squinzi acquistò la società in Serie C2, con una rapita risalita che in dieci anni ha portato fino alla Serie A. Un percorso decisamente simile a quello che Volpi è riuscito a fare con lo Spezia, solo che il patron ci ha messo qualche anno di più, dodici. Ma non sono mancate le soddisfazioni dal 2012: un triplete in C e tanti investimenti in squadra e strutture. E la promozione è arrivata proprio nella stagione in cui le misure di sviluppo erano state meno.
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Ad essere opposte sono state le decisioni una volta arrivati in A: Squinzi acquistò subito lo stadio di Reggio Emilia, facendone il Mapei Stadium, mentre l’affare stadio nel Golfo è tutt’altro che risolto… Ma a fare la differenza sono stati i corposi interventi effettuati dagli emiliani: dodici giocatori al primo anno nel mercato di gennaio fra cui Biondini, Sansone, Sanabria, Floccari, Zapata, Cannavaro. Innessti di rilievo e che furono determinanti per la salvezza. Ma non solo: negli anni successivi i neroverdi raggiunsero anche l’Europa League. Decisamente diverso quanto fatto invece da Meluso e dalla società fino a pochi giorni fa: il solo arrivo di Saponara e nemmeno un terzino destro da regalare a Italiano. Il campionato è in salita e si sapeva, ma sarà intanto fondamentale restare in categoria.