Un sabato da incorniciare quello vissuto da Emmanuel Gyasi: gol al Sassuolo e pranzo offerto dal padre della ragazza Carolina, proprio DS dei neroverdi: “Vi assicuro, non se l’è presa” scherza l’attaccante, intervistato da La Gazzetta Dello Sport. E l’altro gol, ricorda la rosea, fu quello segnato al Cagliari, ex squadra ancora di Giovanni Rossi. “Ma ora conta migliorarmi: sono in A, sto imparando ad essere più decisivo negli undici metri come le altre punte. Il lavoro di Italiano è fondamentale: ti aiuta, insegna ed è anche simpatico“.
Una prima parte di campionato da imprescindibile: sempre presente (quasi ogni volta titolare), Gyasi ha le idee chiare: “Mi piace mettere l’attaccante nelle condizioni migliori, mi piace fare assist. Il mio vero ruolo? Li ho fatti tutti in attacco. Mi definirei un esterno offensivo destro“. Una trafila cominciata da lontano: prima il Torino, poi la C con il Südtirol di Paolo Zanetti, quindi l’impresa con lo Spezia. “Ora lavoriamo per il secondo miracolo dopo quello dello scorso anno con la promozione. C’è organizzazione, siamo un bel gruppo e sono legatissimo a Maggiore. Sono arrivato nel Golfo con Ricci e Fusco, la svolta è stata di Marino che ha voluto tenermi e Angelozzi e Italiano hanno fatto il resto“.
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E ora il nuovo sogno si chiama Nazionale, rigorosamente ghanese: “Lo devo ai miei genitori che mi hanno dato tutto. Sono del Ghana, mio padre ci va ancora per lavoro nei cantieri. Spero che arrivi la convocazione, vorrei festeggiarla con loro“. E intanto con Carolina è grande complicità, con una maglia di CR7 in più: “Ora è un quadro, è anche autografata e ne ho due. Sono sempre stato un suo fan, infatti tifavo Real Madrid… Quando ci gioco al ritorno gliene chiedo un’altra“.
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