Tredici anni, cinque categorie, centinaia di giocatori e la ciliegina della storica promozione in Serie A. Tutto questo è racchiuso nella gestione dello Spezia Calcio da parte di Gabriele Volpi, proprietario del club dal lontano 2008. L’avvenuta acquisizione della società da parte dell’americano Robert Platek mette ufficialmente fine all’era del magnate che ha fatto della Liguria la sua terra di investimento. Si chiude di fatto così un lungo capitolo di storia dello Spezia.
LO SPEZIA RISORGE DALLE SUE CENERI
Una storia iniziata appunto tredici anni fa. È il 2008 quando Volpi rileva lo Spezia dalle ceneri di un fallimento finanziario conseguente allo storico ritorno in B e si ritrova ad affrontare il campionato di Serie D. Il patron si presenta con un’ambiziosa promessa: “In 10 anni vi porterò in Serie A“, frase tornata di attualità con le dichiarazioni di saluto. La cima della montagna è lontanissima, ma il primo passo è quello giusto: in una sola stagione, seppur attraverso un ripescaggio, lo Spezia fa ritorno tra i professionisti. L’entusiasmo cresce e il salto doppio riesce: nel 2010 le Aquile vincono i play-off della seconda divisione della Lega Pro, ottenendo ancora una promozione. Segue un anno di assestamento, prima della stagione 2011/12, una delle più belle della storia dello Spezia. Guidati da mister Michele Serena, gli uomini in maglia bianca ottengono uno storico triplete: primo posto in campionato (con annessa ammissione in Serie B), vittoria della Coppa Italia Lega Pro e della Supercoppa di categoria. Il migliore dei modi per presentarsi al ritorno in cadetteria.
IL RITORNO IN B E LA STORICA PROMOZIONE IN SERIE A
Sono anni di grande stabilità e di importanti investimenti, con l’intenzione di lottare per la promozione in A. Tra le novità più importanti spicca senza dubbio il centro sportivo “Bruno Ferdeghini”, un gioiello destinato al settore giovanile. Qui si fanno crescere i talenti del futuro e si dona loro un grande senso di appartenenza nei confronti dello Spezia. Sul campo, intanto, la squadra riesce a mantenere la categoria senza grandi difficoltà disputando anche, tra il 2013 e il 2017, quattro play-off consecutivi senza però mai arrivare oltre alla semifinale. Proprio da questa data (il 22 marzo) è Stefano Chisoli a diventare presidente. Nel frattempo, l’entusiasmo e la passione di Volpi per le Aquile sembrano affievolirsi, tanto che la sua ultima apparizione al “Picco” è datata gennaio 2018. Da quel giorno in poi, lo storico patron non si è più presentato allo stadio per seguire personalmente i suoi ragazzi. Ha continuato però ad assistere, soltanto da lontano, a quella che è senza dubbio l’impresa più grande dei 115 anni di storia dello Spezia. Arriviamo ai giorni nostri e alla storica promozione in Serie A di pochi mesi fa, al grande gruppo del condottiero Vincenzo Italiano e ai festeggiamenti di Volpi a bordo del suo yacht. Un paradosso, se vogliamo: il traguardo più importante raggiunto nell’anno dei minori investimenti. La promessa è alla fine stata mantenuta. Lo Spezia è nell’Olimpo del calcio italiano per la prima volta, ma nonostante ciò la “disaffezione” del proprietario verso le Aquile sembra sempre più palpabile.
LA FINE DELL’ERA VOLPI
Mentre gli uomini di Italiano stanno lottando per ottenere la salvezza, un traguardo che sarebbe memorabile tanto quanto la promozione della scorsa stagione, le voci di una cessione si fanno sempre più insistenti. Lo Spezia è ormai passato di mano: Robert Platek ne è diventato ufficialmente il proprietario. Dopo tredici anni di gestione Volpi, lo Spezia diventa a stelle e strisce, proiettandosi verso un futuro tutto da scrivere e che, si spera, sia altrettanto ricco di soddisfazioni. L’opinione pubblica intanto si divide: tra chi spende solo parole di ringraziamento nei confronti dello storico patron e chi non riesce a perdonargli la poca passione dimostrata verso la sua creatura. Anche perché ufficialmente la società non ha mai preso una posizione, non ha mai confermato o smentito né tantomeno è uscita allo scoperto. Un immobilismo che ha lasciato molti perplessi, in aggiunta a un tema stadio che diventa sempre più caldo. Sta per chiudersi un’era: dopo tre anni di assenza, Volpi se ne andrà senza nemmeno salutare di persona. E l’era americana firmata Robert Platek (LEGGI QUI) adesso può cominciare.