Verde si racconta: “Io, venuto dal basso, ora sogno una lunga avventura allo Spezia”

Questa mattina su La Nazione troviamo una lunga intervista a Daniele Verde, attaccante aquilotto decisivo contro il Benevento. Si parte dall’infanzia a Napoli in una famiglia come tante, numerosa. Padre muratore e madre casalinga e un quartiere ‘povero’: “Si giocava solo a calcio, il pallone era la vita insieme alla passione per il Napoli” racconta. A 13 anni e mezzo la grande occasione, le giovanili nella Roma grazie a Bruno Conti e a soli 18 anni l’esordio in A, un mondo fino ad allora vissuto solo da molto lontano. Un po’ di fatica nell’ambientamento dalla Primavera, poi anche grazie a Garcia tutto fu più facile.

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Nella sua carriera, Verde ha saputo emigrare ancora, verso la Spagna che ha sempre adorato e che gli ha fatto conoscere l’idolo Messi, ma anche verso la Grecia, “un Paese bellissimo e con gente splendida“. Un bel salto per un ragazzo venuto dal basso: “il tenore di vita è cambiato – racconta – ma l’uomo Verde è rimasto quello. Sono fortunato, ma continuo a fare la vita di sempre“. E accanto a lui la moglie Ilaria e la figlioletta Diletta, il sogno e la vittoria più bella della vita. A loro è dedicata tutta la vita extra campo di Daniele.

Veniamo poi allo Spezia, che lo ha riportato in Italia: “Devo tutto al club bianco, spero di andare avanti insieme ancora per molto tempo“. La riconoscenza è forte, tanto che non esulterebbe qualora giocasse in un club ‘ostile’ agli aquilotti in futuro. Anzi: “Porto e porterò sempre nel cuore Spezia e la sua gente, spero di poter fare un percorso più lungo da aquilotto e radicarmi qui ancora di più. La città mi piace tanto ed è bellissima, mi sono fatto tanti amici. E il mare mi mette gioia“. E poi la salvezza, tanto sperata: “Nei limiti del possibile faremo follie, sperando che il sogno si avveri“.

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