Ha saputo certamente ritagliarsi un ruolo da protagonista dopo un inizio un po’ in sordina. Anzi, da oggetto misterioso. Leo Sena è infatti arrivato nel Golfo in punta di piedi, senza conoscere nessuno e con una lingua da imparare. Piano piano ha saputo mostrare le sue grandi qualità e il calcio brasiliano che piace fino a diventare una certezza negli ultimi due mesi. La Nazione lo ha intervistato con l’ausilio di Rafael, che ha ‘tradotto’ le domande al compagno. Il centrocampista è nato e cresciuto a San Paolo e ha dovuto sostenere un’infanzia non semplice: la famiglia ha dovuto fare molti sacrifici per permettergli di inseguire la grande passione per il calcio, una ragione di vita. Quindi il Parana, il Rio Claro e il Goias: qui nel 2015 ha la definitiva consacrazione: promozione nella massima serie brasiliana e il passaggio all’Atletico Mineiro. E poi, ovviamente, il presente.
Un gruppo motivato e determinato, che lo ha accolto al meglio: “Non è stato semplice perché non parlavo una parola di italiano racconta – e fortunatamente grazie ai ragazzi brasiliani sono stato aiutato. Con Rafael e Farias si è creata una bella amicizia“. Ad essere prezioso è anche il ruolo, piuttosto indifferente nel centrocampo: “Mi trovo bene in tutte le posizioni. Mi piace giocare e mi adatto sfruttando al meglio le caratteristiche“. C’è chi lo paragona a Verratti, anche se lui preferisce seguire un idolo da sempre: “Questa similitudine con il giocatore del PSG è un onore, mi piace molto. Il mio calciatore preferito è sempre stato Iniesta del Barcellona. In futuro? Sogno di giocare con CR7: bellissimo sfidarlo in campionato… Ma io gioco nello Spezia, un grande club. E sarei onorato di poterci giocare a lungo“.
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