Quando sembrava finita. Tre parole che stanno diventando fin troppo adattabili a questo Spezia formato Serie A, nel bene e nel male. Sì, perché la squadra di Italiano è imprevedibile, secondo molti una mina vagante del campionato ma che – suo malgrado – sa fare e disfare anche nelle singole partite. Lo ha detto pure lo stesso allenatore al momento del gol di Saponara, urlandolo quasi dall’area tecnica: “Noi siamo lo Spezia e ora vedrete“. E di sicuro non ci siamo fatti mancare niente, aggiungiamo noi. Perché anche questa volta sono stati due innesti dalla panchina a togliere le castagne da un fuoco diventato fin troppo bruciante a una manciata di minuti dalla fine. C’era da cancellare un trend lontano da casa che stava diventando preoccupante, così come la classifica: a conti fatti, può andare bene così.
LE NOSTRE PAGELLE DI VERONA-SPEZIA
Agudelo e Saponara, ancora una volta due intuizioni di Italiano. Due veri e propri uomini della Provvidenza, che al momento opportuno e quando il pomeriggio del Bentegodi si avviava ad essere foriero di rimpianti, hanno portato in dote un punto che più importante non si può. Ah, se entrambi per motivi diversi fossero stati più continui… Il colombiano non segna da ottobre e dalla gara con il Parma, l’ex viola (unico innesto di gennaio) ha alternato grandi prestazioni a lunghe assenze per infortunio. La qualità al potere. Ma della Provvidenza (più manzoniana che mai) fa parte anche lo stesso Italiano, quasi come se il suo compito fosse quello di salvare la squadra a tutti i costi, districandosi fra pali avversari, gol annullati per centimetri, errori clamorosi ed imprese impossibili. Eppure la sua barca Spezia è ancora lì e cerca la cresta delle onde della Serie A, ora pure con un punticino in più sul Benevento e una giornata in meno sul groppone. “Un punto troppo importante“: hai ragione, mister.
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