Sulle colonne de La Nazione questa mattina in edicola troviamo una lunga intervista al tecnico dello Spezia Vincenzo Italiano. Nelle sue parole c’è un’analisi a tuttotondo della stagione e pure la fatidica questione sul futuro. Una cavalcata splendida, un capolavoro che vale uno scudetto viste le tante difficoltà avute in stagione: definirlo un miracolo non è sbagliato. Ma sono due le stagioni indimenticabili, visto che la precedente ha significato promozione in Serie A: ora l’obiettivo è vedere la gente di Spezia al Picco. Un film lungo, bellissimo, che addirittura avrebbe potuto trovare prima il suo lieto fine: “Questo traguardo è il frutto del lavoro quotidiano e del senso di appartenenza di tutti. Si è creata una famiglia e siamo andati oltre ogni difficoltà. Sono arrivati tanti complimenti, anche da avversari blasonati: Juric, Reina ma anche altri. Siamo stati capaci di muovere l’interesse di grandi campioni“.
Adesso, a salvezza raggiunta, c’è una promessa da mantenere, la camminata fino a Portovenere a piedi: “Certo che la farò, mi aspetto che ci siano anche i tifosi insieme a me” racconta. I tifosi, gli stessi che l’anno scorso trascinarono da fuori le Aquile verso la A, un’emozione anche stavolta simile al 20 agosto: “La passione dei tifosi è incredibile, impagabile. Non la dimenticherò mai“. In quattro anni dalla D alla A, non è roba per molti. Vincenzo Italiano ha saputo adattarsi rimanendo lui stesso, con le medesime passione e ambizione. Non può mancare la fatidica domanda sul futuro: “Non ho ancora incontrato la nuova proprietà, si attendeva di capire la categoria di appartenenza. Siamo nella stessa situazione di un anno fa, quando chiesi di incontrare il presidente per conoscere il progetto. Sono curioso di capire i programmi: vedremo quali saranno e si faranno le valutazioni. Le chiacchiere su di me? Non c’è nulla, non ho incontrato nessuno né tantomeno parlato. Sono voci senza fondamento“. E allora si pensa al futuro, insieme. Servirà una squadra competitiva, per assestarsi stabilmente nella massima serie e dare continuità a un progetto vincente.
CRISCITIELLO: “ITALIANO FACCIA UNO STEP, MA NON DEVE RIMANERE A SPEZIA”
Intervistato anche da Il Secolo XIX, il tecnico aquilotto, nel parlare dell’entusiasmo mostrato dalla famiglia Platek, affronta anche il tema mercato: “Ounas e Messias? Due fenomeni che giocano in una squadra già retrocessa. Provo un alto gradimento per loro. Per la prossima stagione servirà una rivoluzione perché perderemo tanti calciatori in prestito e in scadenza di contratto, ma chi resterà sarà maturato. Fortunatamente avremo più tempo il mercato“.
Il nostro grande ingegnere operaio. L’ingegnere sa tutto e l’operaio perche è pane al pane…