L’allenatore dello Spezia Vincenzo Italiano, ospite della trasmissione Voglia Di Spezia su Tele Liguria Sud, ha parlato della stagione, della salvezza e del futuro. Una cavalcata stupenda, “che vale doppio“, che con un prossimo colloquio con i Platek potrebbe trovare la giusta strada per proseguire insieme. Ecco le sue parole:
Sulla salvezza: “La partita con il Torino era da dentro o fuori, da non sbagliare. Siamo stati bravi a far vedere tutto quello che avevamo dimostrato. Questa è una salvezza meritata per lo Spezia. Ho pensato subito che siamo stati capaci di un’impresa titanica: mi vengono in mente le tantissime difficoltà dell’inizio, senza amichevoli, con una rosa numerosa e con tanti debuttanti, una categoria che non perdona. Siamo riusciti a ottenere la salvezza con 90′ di anticipo e tutto lo Spezia merita una applauso enorme. Ci tenevamo tanto a tagliare questo traguardo anche per i nostri tifosi. L’anno scorso nei play-off ci siamo detti che avremmo potuto fare la storia. Quest’anno ci siamo ripetuti la stessa cosa: dare l’opportunità di vedere i nostri tifosi allo stadio, rimanendo nel cuore di tutti”.
Sulla paura di non farcela: “L’unico momento in cui sono stato preoccupato è stato a inizio campionato. La sconfitta con il Sassuolo all’esordio è stata una gara in cui abbiamo fatto fatica insieme a quella con il Milan dissi ai ragazzi di avere più coraggio ed essere meno timorosi. Da lì abbiamo cominciato ad essere noi e a interpretare bene le partite. Siamo la sesta squadra per gestione di palla, il nono attacco: ci siamo riusciti e questo ci ha regalato la salvezza. In Serie A se si pensa solo alla difesa è dura”.
Sulla difesa alta: “Fino a metà girone di ritorno eravamo la squadra che faceva andare più in fuorigioco gli avversari. Questo ci ha permesso di subire meno, con il VAR c’è un grande vantaggio rispetto alla B. Alla lunga ci hanno studiato, non ci facevano ragionare con il nostro gioco: a quel punto bisogna cambiare la partita e diventa più difficile. Forse all’inizio ci sottovalutavano”.
Sulla partita più bella: “La doppia vittoria con Sassuolo e Milan. Venivamo da una sconfitta non bella con l’Udinese e da una beffa con la Roma. Riuscire a battere quelle due squadre mi ha fatto pensare a una squadra più consapevole. Due vittorie così hanno fatto cambiare la testa di tutti perché per noi ogni partita era una finale. Dopo il Crotone eravamo a +10 sulla retrocessione e forse qualcosa abbiamo mollato”.
Sulla vittoria a Pescara: “Non so cosa sarebbe successo in caso di sconfitta. Ma sapevo che quella squadra aveva bisogno di un risultato positivo: da lì è nato lo Spezia che è qui oggi, facendo venire fuori tutte le qualità della squadra. Poi nei play-off abbiamo fatto una delle partite più belle contro il Chievo”.
Sulle emozioni di promozione e salvezza: “La prima inaspettata, non era per niente programmata. La squadra aveva dei valori ed è stato diverso rispetto al Torino: la salvezza è stata una liberazione ma entrambe sono dedicate al popolo spezzino”.
Su Nzola: “Tutti gli allenatori devono essere bravi a tirare fuori il fuoco che i calciatori hanno dentro. Ognuno deve stimolare al meglio i calciatori. Lui ha stupito tutti: bravo a confermarsi anche in questa categoria, è un ’96 e vive di alti e bassi ma quando è in condizione è devastante. L’ultima partita è entrato con la testa giusta e ha fatto vedere le proprie qualità. Da lui ci si aspetta un miglioramento caratteriale e sono convinto che maturerà ancora tanto: questi 11 gol lo faranno crescere tanto”.
Sui cali nella ripresa: “Abbiamo spesso fatto dei buoni primi tempi, ma se non si sblocca la gara prima o poi subisci la loro qualità. Mi ero arrabbiato perché con più convinzione avremmo potuto ottenere qualcosa di più: ma lo sforzo è enorme e ci può stare. Abbiamo subito qualche gol di troppo nei secondi tempi al ritorno, ma come primo anno questo film può andare bene. Stiamo preparando la partita con la Roma con il sorriso, ma sarebbe clamoroso scalare altre posizioni”.
Sul pellegrinaggio a Portovenere: “Temo che per ordine pubblico qualcosa sarà vietato. Ma una di queste mattine mi sveglio e vado da solo (ride n.d.r.)”.
Sui nuovi proprietari: “Ho conosciuto l’AD Tella e Philip Platek, poi ho conosciuto gli altri membri della famiglia. Sono persone davvero squisite e per bene, hanno una grande passione e seguono tutte le partite dagli USA. Hanno delle buone idee, sono convinto che aspettassero la salvezza prima di pianificare tutto. Dobbiamo parlare e capire i programmi e le ambizioni: sono convinto che sappiano cosa vuol dire fare calcio in Italia e cosa sia per i tifosi e una piazza così. Sono certo che le cose vadano fatte per bene”.
Sul futuro: “Ogni anno in questo percorso fatto di soddisfazioni sono sempre riuscito a migliorare. Sono uno di quelli che vuole soffrire meno e alzare l’asticella. Mi auguro che questo sia anche il pensiero della proprietà, perché tutti ci vogliamo sentir dire questo. Se i presupposti sono buoni sono nella stessa identica posizione dello scorso anno: tutti mi davano per partente e invece poi è avvenuto il contrario. Io voglio ascoltare i programmi e personalmente non posso non provare amore ed affetto per questa piazza che mi ha dato tutto”.
Sul Napoli: ” Gioca veramente bene, ha grandi giocatori. Gattuso ha fatto un grande lavoro”.
Su Bjelica: ” Non lo conosco personalmente, ma so che qui è amato. È un grande allenatore, ho visto qualche gara della sua squadra in Champions”.
Su Zeman: “Propone un calcio offensivo e coraggioso. Per lui il calcio deve fare divertire”.
Su Saponara: “Saponara lo volevamo già a settembre ma non eravamo riusciti a convincerlo. Lui può fare più ruoli: ala o trequartista. Ha un intelligenza calcistica fuori dal normale: bravo tecnicamente, corre veloce e sa pressare bene. È stato sfortunato perché ha avuto l’infortunio”.
Sul Benevento: “Una squadra che ha un obiettivo non può mai abbassare la guardia in Serie A”.
Su Capradossi: “Farà l’esordio con la Roma perché se lo merita visto che ha contribuito alla promozione”.