14 Giugno 2021 - 17:48

Ferrer: “Lavoro, obiettivi e… fortuna. Così sono arrivato a giocare in A”

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Salva Ferrer ha fatto oggi visita alla Damm, la prima squadra giovanile in cui si è formato. Nella sua chiacchierata con i canali ufficiali della prestigiosa scuola calcio di Barcellona, il terzino delle Aquile ha parlato della sua esperienza in Italia e della grande crescita degli ultimi anni. Ecco le sue parole:

Sul percorso: “Dico sempre che la crescita è anche questione di fortuna, ma per farla accadere bisogna essere pronti a coglierla. Bisogna essere al massimo livello quando c’è bisogno di te: io per fortuna ce l’ho fatta, sia in Spagna che poi nello Spezia. Sono cresciuto tanto, fino al 100%, raggiungendo la promozione prima e la salvezza poi. Sono stati quattro anni molto intensi e ora voglio continuare per far sì che la fortuna continui ad arrivare.

Sulla crescita: “Mi ci sono voluti anni prima che iniziassi a vivere con il calcio e ho continuato con questa mentalità. Ho piano piano alzato il livello e parallelamente cambiato anche la mentalità professionalizzando tutto. Sono stato più attento al cibo, al fisico, a non concedermi distrazioni, lavorando sodo. Da allora ho fissato nuovi obiettivi ogni anno: così ho trovato la forza per andare avanti di step in step”.

Su chi lo ha fatto crescere: “Cristobal è colui che mi ha scoperto e mi ha permesso di fare il passaggio da Martorell a la Damm. Poi Roger Garcia ha contribuito al mio percorso di crescita insegandomi molte cose. Insomma abbiamo passato un anno fantastico. Sono molto grato a entrambi per aver contribuito alla mia crescita a livello calcistico”.  

Sul calcio ai tempi del virus: “La pandemia ci ha condizionato in qualsiasi ambito della nostra vita e nell’attività di base una cosa del genere è davvero difficile da gestire. I ragazzi giovani sono nel pieno del loro sviluppo e fermarsi significa perdere mesi importanti. Quando sono arrivato al Damm ho mostrato grande entusiasmo perché avrei potuto dimostrare di saper giocare”.

Sui suoi obiettivi: “Di solito vivo alla giornata, ma prima di andare a letto penso se mi sto prendendo cura della mia vita. Se ho tutte le cose belle, allora posso andare a dormire. Se ho trattato bene i miei genitori, se mi sto prendendo cura del mio partner o sono scortese. Curo anche queste cose per essere sì un calciatore migliore, ma anche un partner, figlio, fratello e amico migliore. Ora che sono in Italia penso che non sento i miei amici da tanto tempo e appena mi sveglio lo mando. Cerco di prendermi cura di tutte le persone intorno a me e di ciò che mi preoccupa: così ho molta più forza per gestire qualsiasi imprevisto”. 

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