Gli appelli di Gravina (leggi qui) e Dal Pino (leggi qui) non sono rimasti inascoltati. Anche la politica inizia ora a muoversi in aiuto a un sistema calcio che sta chiedendo supporto, soprattutto sul numero dei tifosi sugli spalti. L’apertura concessa dal Governo al 50% non convince i club, che si vedrebbero ridurre drasticamente la quantità di supporters presenti per via del distanziamento. Una suddivisione di questo tipo lascerebbe ben due seggiolini vuoti fra spettatore e spettatore, per una percentuale che in fin dei conti sarebbe del 25-30%. La Gazzetta Dello Sport si chiede come si possa intervenire attivamente in una situazione così: l’unica strada sembra essere quella di una deroga o con un decreto interpretativo, con il rischio però di dover allargare anche gli altri eventi all’aperto, con evidenti rischi. Infine, se proprio il 50% non fosse possibile, si potrebbe studiare un piano di ristori sulla fiscalità per limitare le perdite da botteghino. Ad oggi, nessun club ha aperto agli abbonamenti per i tifosi, ma sulla rosea troviamo un approfondimento su quanti tifosi potrebbero entrare.
Il Picco, con la sua capienza di 10.336 posti, con l’attuale decreto potrebbe ospitare circa 2.500-3.000 tifosi, mentre con l’effettiva capienza al 50% 5.168. Una differenza di 2.000 unità che non sarebbe certo poco per una piazza come quella aquilotta.
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