Nove, come i giorni che mancano all’inizio ufficiale della stagione. Nove, come gli acquisti che Pecini ha o aveva più o meno definito per rinforzare la squadra. Nove, come la prova che lo Spezia deve affrontare in questa estate decisamente tribolata. Mettiamoci poi che non sono nove, ma “solo” sette le amichevoli rinviate (a fronte di zero giocate) e il gioco è fatto. E il tempo ora stringe, inesorabile, perché il 13 agosto – beffa del destino – toccherà proprio a chi non ha mai giocato nemmeno 90′ di preparazione aprire la Coppa Italia. In questo pre-season ci si è messo davvero di tutto – e facciamo finta di dimenticarci il blocco del mercato – con la certezza che per nessuno sia facile lavorare in certe condizioni. Per l’allenatore non c’è la possibilità di svolgere allenamenti fruttuosi, per l’area tecnica c’è la necessità di fare praticamente due mercati in uno. E così, fra un tampone positivo e un allenatore che blocca un’operazione andata in porto, ci si ritrova qui, a una manciata di giorni dalla sera del Gran Ballo senza nemmeno le scarpette.
A proposito, lungi da noi dal porre lo Spezia nel ruolo di Cenerentola della Serie A, ma è innegabile come rompere il ghiaccio non sarà certo facile. Sappiamo che vedremo un 4-3-3 perché è stato lo stesso Motta a dircelo, il portierino Zovko, il terzino Amian e il centrale Hristov li abbiamo solo accarezzati da lontano. E non è escluso che qualcuno dei giovani possa alla fine far parte della spedizione anti-Pordenone di metà mese, perché anche se i giocatori arriveranno (e saranno pronti) non sarà semplice farli ambientare da subito. Insomma, in casa Aquile è tutto un cantiere aperto, non solo al Picco dove intanto cresce la nuova Curva Piscina. E forse la chiusura anticipata del ritiro servirà.
E la piazza non l’ha presa bene, come è comprensibile. Ma è anche vero che i conti si fanno alla fine e allo stop delle trattative resta ancora quasi un mese, in cui giocoforza tutto dovrà accendersi anche per gli altri club, ad oggi quasi altrettanto immobili. Al DG Pecini – consapevole in toto delle difficoltà di un mercato come questo – va lasciata piena fiducia e possibilità di dar luogo alle sue idee, consapevoli che ha alle spalle una società solida e che fin qui lo ha dimostrato con i fatti. In più, il club bianco ha sempre dimostrato di esaltarsi nelle difficoltà: l’impresa fatta lo scorso anno è ancora negli occhi di tutti – anche degli avversari – e non va certo dimenticata. L’anno scorso il DG Meluso (ma senza voler fare paragoni) fu costretto a fare una sessione intera in venti giorni, ora gli ostacoli sono di altro tipo. E il fischio d’inizio si avvicina: nove giorni al primo match ufficiale, diciannove alla prima di campionato. Tutto d’un fiato. Ora lo Spezia ha la sua prova del… nove.
Piena fiducia ok, ma se continuasse così, inseguendo suoi vecchi giocatori spesso da serie C? Guardiamo in faccia alla realtà, se non fosse stato per “l’affaire Italiano” non sarebbe arrivato Hristov, che poi ha giocato solo in serie C, e noi dobbiamo giocare in serie A. E che dire di Zovko? Abbiamo Krapikas, Zoet e Provedel, ma non sono della sua scuderia, ed ecco che chiama i ‘suoi’. Roba che speravo di non vedere più. E che dire della vendita di Erlic? Che senso ha? E quella ventilata di Ismailj, il difensore migliore che abbiamo? Per prendere un greco in forza all’Empoli (perché vicino al Ds). È vero aspettiamo la fine di agosto, e poi che volino i pomodori, e, a questo giro, le uova marce’