È arrivato ieri nella sede di Zurigo della FIFA il ricorso contro la decisione dell’organo disciplinare in merito al mercato bloccato per quattro sessioni allo Spezia. In ballo l’ormai famoso Nigerian System, che permetteva di importare illegalmente in Italia calciatori minorenni per poi tesserarli a prezzo di saldo. Ne scrive Il Secolo XIX, che racconta come, fissata anche la data del processo per i quattro imputati, ora Platek è pronto a difendersi. Il plico è affidato allo studio legale LCA e all’avvocato Federico Venturi Ferriolo: entro due settimane si attende la risposta dalla Svizzera. Lo stesso avvocato ha chiesto un’udienza per spiegare meglio la linea guida dello Spezia, decisa con la proprietà. Si punta a ridurre fortemente la sanzione: due settimane per la risposta, con possibilità di udienza. Poi 21 giorni per preparare l’atto conclusivo (novembre 2021) con incrocio definitivo al TAS di Losanna, per mettere la parola fine in un modo o nell’altro.
Il caso dello Spezia, rispetto ai precedenti, sarebbe l’unico trattato dalla FIFA con l’appoggio delle carte, visto che il procedimento penale è tuttora in corso. Tali documenti hanno chiuso la vicenda fra il club e la Procura Federale calcistica con alcune squalifiche e una multa di 60.000 euro. La FIFA difende un diritto di principio nella tutela dei minorenni, anche se molti dei ragazzi coinvolti sono poi stati tesserati da maggiorenni. In più, la proprietà Volpi non ha più nulla a che fare con quella attuale. Dopo un inizio a rilento, adesso sta per cominciare la vera offensiva.
Bene fa Platek a ricorrere. Sono pessimista perché la responsabilità oggettiva è della Società,non dei singoli. Per la giustizia sportiva il verdetto di condanna riguarda le Società. Per i singoli,se del caso, è previsto un percorso a parte. Il fatto che i responsabili abbiano patteggiato e che non siano più in Società poco potrà influire sull’ esito della causa. Da tifosi Aquilotto mi auguro in una riduzione della pena che mai era stata irrogata in questa misura
Tutti i giovani giocatori nigeriani coinvolti hanno avuto un enorme beneficio e sono diventati professionisti importanti o come nel caso dello sfortunatissimo Nura sono entrati nello staff tecnico della Roma.
Incredibile che tale vicenda venga presentata come un caso di sfruttamento di minori o “tratta degli schiavi”.
Non si può fare e non andava fatto. Giusto arginare lo squallido fenomeno che ha portato in alcuni casi all’abbandono di minori in autogrill. Solo perché non si adattavano al calcio delle società che li avevano importati.