Non ci dobbiamo più sorprendere di niente in questo calcio divoratore e veloce. Tre giornate, due esoneri: Di Francesco a Verona e Semplici a Cagliari. Chi sbaglia paga. E non ci sono attenuanti che tengano: il rodaggio, l’inizio, gli infortuni o gli episodi. Setti e Giulini non hanno battuto ciglio: si cambia, nemmeno il tempo di pensarci un attimo. Beninteso, lungi da noi dal fare parallelismi con lo Spezia, chiamato più che mai a dover far fronte a problematiche e difficoltà e che difficilmente ha optato per reazioni di pancia, ma lo snodo del Canal Grande rischia di pesare parecchio nella prima parte di stagione aquilotta. Quello con il Venezia assume infatti i contorni di uno scontro diretto: lo si sapeva già da prima di cominciare viste le ambizioni di entrambe, ma alla luce di un paio di episodi sfortunati contro Cagliari e Udinese il punticino in classifica che lo Spezia ha conquistato non può bastare.
E il calendario è impietoso: Juventus e Milan al Picco in rapida successione, due partite che – almeno sulla carta – si presentano decisamente difficili. La sensazione, a conti fatti, è che il match del Penzo e quello contro il Verona di inizio ottobre (prima della pausa) siano particolarmente eloquenti dal punto di vista del viatico di questo Spezia giovane e battagliero. Non vincere in laguna significherebbe rischiare fortemente di mandare in archivio sei partite senza vittorie e con un magro bottino in classifica. E a quel punto servirebbe più di una riflessione, non solo sul mercato degli svincolati. Un’eventualità, un mero ragionamento, ne siamo consapevoli: ma in questa Serie A che non aspetta sarebbe già un terzo del girone di andata alle spalle. E, come amano ripetere molti addetti ai lavori: pensiamo partita per partita.
MOTTA: “INFORTUNI? LI HANNO TUTTI. NZOLA È PRONTO”
ERLIC CARICA LE AQUILE: “TUTTI INSIEME”
Ma dai, se Platek si era detto soddisfatto degli acquisti, se la maggioranza dei tifosi ha dato 7 alla campagna acquisti, cosa vuoi che sia finire ultimi e retrocedere …