Come riporta La Gazzetta dello Sport è molto difficile pensare di poter cambiare la modalità dei due tempi di gioco da 45′. Ormai nella maggior parte delle gare si arriva a giocare più di 90′ visti i vari recuperi concessi. Lo scorso settembre il tecnico del Milan Stefano Pioli, al termine del match con la Juventus dichiarò: “Oggi abbiamo giocato di tempo effettivo 48 minuti. Per forza poi andiamo in Europa e facciamo fatica. Si parla troppo, si fischia troppo, ci sono troppi tempi morti, e questo non aiuta né lo spettacolo né le squadre a giocare con intensità“. Per provare a invertire il trend, bisogna inventarsi qualcosa, ma al momento la Lega di A non ha mai affrontato il problema.
Mentre la Figc attende le mosse della Fifa, il cui presidente Gianni Infantino ha detto la sua sulla questione: “Non ho tabù sul tempo effettivo. Appena c’è un piccolo fallo, se la squadra vince, il giocatore resta per terra come se l’avesse colpito un fulmine, cosa che per esempio non succede nel calcio femminile. Non è possibile che su 90’ le gare durino 40’. Non so se è quella la soluzione. Ma io ero contrario anche alla Var all’inizio. Studiamo e capiamo”.
In verità però ci sono studi che vanno avanti: nel 2017 Marco Van Basten (d.t della Fifa dal 2016 al 2018), tentò di introdurre 8 nuove regole. Tra queste, una fu dedicata al tempo effettivo, ma solo negli ultimi 10’ di gioco e sempre per ridurre la perdita di tempo. Solo che non se ne fece nulla. Lo scorso luglio Psv, Az, Lipsia e Bruges fecero da cavie per la Fifa durante un torneo amichevole per le squadre Under 19 e Under 23, in vista dell’introduzione di nuove cinque regole nel mondo del pallone: due tempi di 30’ di gioco effettivo; possibilità di sostituzioni illimitate; espulsione a tempo per 5’ in caso di cartellino giallo; rimesse laterali battute con i piedi invece che con le mani; possibilità di riprendere il gioco, in occasione di corner, punizioni indirette e falli laterali, avviando l’azione palla al piede anziché servendo un compagno.
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