Ha fatto il suo ingresso in campo al 75′ di Juventus-Spezia e non è certo passato inosservato. Sono state giornate complicate per Viktor Kovalenko, che ha convissuto fra la settimana tipo e l’allenamento con i compagni e l’invasione russa nella sua Ucraina. Comunicazioni con la famiglia difficili, apprensione costante, la paura come compagna di viaggio da lontano. Il centrocampista si è sempre allenato al massimo, Motta ha sempre apprezzato il suo lavoro: un abbraccio costante quello che compagni e tifosi hanno tributato al giocatore. Importantissimo in un momento come questo.
Il primo segnale il riscaldamento contro la Roma: tutti con i colori dell’Ucraina e la scritta fin troppo chiara “Stop War“. Ieri un altro, bellissimo e importante: rivedere Kovalenko in campo, seppur per un quarto d’ora scarso, con la maglia delle Aquile è stato bello e importante. Il centrocampista è entrato bene, concentrato, quasi non serve ad Agudelo il pallone del pareggio. Quindici minuti intensi, che valgono ben più della prestazione: seppur per poco hanno permesso al ragazzo di riassaporare il campo, di non pensare per un attimo a tutto il resto, di tornare a inseguire quella passione che si è trasformata in un lavoro. Per giunta indossando quel colore arancio, lo stesso dello Shakhtar Donetsk, che solo qualche anno fa l’ha visto salpare direzione Bergamo.
È solo l’inizio, anche perché purtroppo la guerra non finirà oggi o domani, ma rivedere in campo con un cuore grande Kovalenko è un segnale e un momento importante della stagione: il gruppo e la squadra stanno dando tutto il sostegno possibile al calciatore e c’è da credere che lui farà di tutto per ripagarli.
Si la sua presenza in campo, anche se soltanto per pochi minuti, l’abbiamo notato tutti si è visto una trasformazione di gioco velocizzato e proficuo..speriamo che possa finire prima possibile questa guerra assurda impostata da un pazzo criminale!! Forza Aquile