Sulle pagine de Il Secolo XIX oggi in edicola troviamo un’intervista a Martin Erlic, baluardo della difesa delle Aquile. A 24 anni è alla sua quarta stagione in maglia bianca ed è cresciuto esponenzialmente nelle prestazioni. Per lui due reti e un assist in stagione, 50 presenze complessive in A, un percorso iniziato in salita al primo anno con un infortunio al ginocchio. “Quando sono arrivato nel 2018 ero poco più di un bimbo ed ero sconosciuto. Ringrazierò sempre Angelozzi, che ha sempre creduto nelle mie potenzialità” racconta. Non solo, perché l’aiuto di molti calciatori esperti gli ha dato una grossa mano, prima di dover diventare lui protagonista. Fino al gruppo di oggi, in cui di fatto è lui uno dei leader: “Ho legato molto con Nikolaou sia in campo che fuori, ci diciamo le cose in faccia e alziamo la voce quando qualcuno non dà tutto, mentre al terzo portiere Zovko cerco di dare consigli” le sue parole.
All’orizzonte la sfida con il Venezia, che Erlic ha già inquadrato: “Ottimo allenatore, la squadra in campo sa fare cose buone e si è visto in tante partite. Hanno però anche punti deboli e dovremo studiarli per fare risultato“. Lo Spezia ha 29 punti e insegue la seconda salvezza in A, svoltando dopo aver toccato il fondo con il KO di Coppa Italia contro il Lecce: “I tifosi ci hanno dato una scossa e la botta è servita, come due anni fa in B. Ho visto un gruppo arrabbiato e alcuni con le lacrime agli occhi” racconta. Da lì in poi, proprio l’abbraccio dei tifosi è stato speciale: “Ci fa un grande piacere averli con noi, alcuni dei miei nuovi compagni sono rimasti di stucco sul pullman per la scooterata e spero che sabato i tifosi siano ancora più vicini alla squadra“.
Infine, il rapporto con Motta: “Ha avuto sempre la fiducia di tutti noi, siamo noi calciatori a doverci prendere le responsabilità in campo. Conoscendoci meglio è anche cresciuto tanto a livello di gestione. È giovane e ha una grande carriera davanti, sta dando tutto se stesso con tante indicazioni preziose e siamo tutti felici che sia il nostro allenatore“. E nel futuro? “Mi mancheranno il mare, gli amici, i tifosi, la Curva Ferrovia che mette i brividi. Ma sono un calciatore e voglio ancora crescere, inseguendo i miei obiettivi“.
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