Alla vigilia di Udinese-Spezia, il tecnico friulano Gabriele Cioffi ha preso la parola a Udinese Tv presentando una partita senza ansie di classifica per i suoi. L’ex aquilotto ha però le idee chiare su una squadra che dovrà scendere in campo senza concedere nulla. Ecco le sue parole:
Sulla gara di domani: “Abbiamo una grande responsabilità perché sappiamo che rappresentiamo Udine e tutto il Friuli. Per quanto riguarda la classifica, a noi non interessa. A noi interessa il riconoscimento di un percorso. Per noi sarà una partita di grande orgoglio e, quindi, non lo facciamo per la destra o la sinistra della classifica ma per noi stessi”.
Sugli stimoli del match: “Noi avvertiamo che affrontiamo un avversario che deve salvarsi e viene qua per vincere. Troveranno davanti una squadra che non vuole concedere e fare un gol o, almeno, un gol più di loro, sapendo che ci saranno diverse fasi della partita che dobbiamo essere bravi a leggere e interpretare”.
Sullo Spezia: “Motta ha dato un’identità e solidità alla sua squadra. L’interpretazione che noi abbiamo deciso di dare alla partita prende ispirazione dal ciclismo che viene visto come uno sport individuale ma, in realtà, nelle corse a tappe, non vinci se non hai la squadra e noi domani vogliamo giocare da squadra”
Se potrà essere l’occasione per fare turnover: “Noi crediamo nel gruppo. Ce lo siamo sempre detti. Se un giocatore non sta giocando ma si sente titolare, e di questo è l’esempio lampante Nuytinck, vuol dire che si allena da titolare e, quando viene chiamato in causa, risponde sempre presente ed è quello che ha fatto Bram”
Sull’esperienza a Spezia: “Il primo pensiero va a Sergio Borgo che è la persone che mi scelse lì e fece una squadra di giocatori in cerca di autore. Tutti, poi, arrivati in Serie A. Eravamo rottami che lui ha ricomposto a livello fisico e mentale. Una delle frasi che mi diceva sempre era che un difensore deve essere semplice, concentrato e implacabile. È una frase che mi è rimasta dentro e che riuso perché, per me, nella semplicità c’è il calcio. Inoltre mi diceva che sarei diventato un grande allenatore, grande no, perché non lo sono, ma allenatore sicuramente e credo che tanto sia dovuto a quello che lui ha innescato in me
Di Carlo cuore bianco: “A Udine come nel 2016. Salvezza? Uno scudetto”