Quando parla dello Spezia dice “i miei compagni“. Perché nonostante una stagione in prestito Luca Vignali quel filo con la sua città non l’ha proprio mai spezzato. Insieme a Giulio Maggiore e Simone Bastoni è uno di quei figli del Golfo che stanno rendendo grande una città intera e ora – dopo l’annata in B al Como – ha saputo rilanciarsi per tornare a dire la sua nella massima serie. Tre reti e quattro assist in 32 partite, che hanno contribuito alla salvezza della squadra di Gattuso: un buon risultato per una formazione neopromossa, non c’è che dire.
Archiviata la stagione, ora il terzino classe 1996 non vede l’ora di tornare ad allenarsi con le bianche casacche, per preparare la stagione 2022/’23. La redazione di Spezia1906.com ha fatto una chiacchierata in esclusiva con lo spezzino, raccontando (sempre con il suo sorriso) le pieghe del presente, ma anche di alcune situazioni del passato che lo hanno reso protagonista.
Che stagione è stata a Como? Una piazza ambiziosa pur se appena promossa.
Per una neopromossa è sempre difficile mantenere la categoria, però eravamo un’ottima squadra e abbiamo dimostrato di poter fare punti contro tutti. È stata forse una sorpresa all’inizio, ma poi il Como ha saputo confermarsi come una bella realtà della Serie B. Era un campionato molto competitivo ed è stato dimostrato dal fatto che la lotta promozione e salvezza si siano decise all’ultima giornata: Cremonese, Monza, Lecce e Pisa erano tutte in ballo per andare in A all’ultimo turno, mentre l’Alessandria è retrocessa pur essendo mai stata nelle ultime.
Cremonese e Lecce erano le più meritevoli della promozione? Chi vede come favorita nei play-off?
A metà campionato Monza, Brescia e Benevento mi sembravano le favorite, ma poi sono state più altalenanti. Lecce e Cremonese sono quelle che hanno meritato di più perché sono state continue nei risultati. Ad oggi dire chi è la favorita non è facile: a parte le prime tre anche il Pisa ha una rosa importante e ha dimostrato di essere un’ottima formazione.
Che voto dà alla sua stagione? È soddisfatto?
Non sono mai stato bravo a darmi un voto (ride n.d.r.), ma posso ritenermi soddisfatto. A livello personale ho ritrovato il gol e gli assist, continuità e un bellissimo gruppo. Tutto mi è venuto più facile, sentivo la fiducia anche dei compagni che mi ritenevano un giocatore importante. Sapevo che quando scendevo in campo dovevo dimostrare qualcosa sia a me stesso che a loro.
Al Como ha ritrovato Guidetti (vice di Gattuso). Com’è stato da spezzino lavorare fianco a fianco con l’ex bomber? Scommettiamo che qualche battuta sugli anni della C e della B c’è stata…
Rivedere Max per tutti gli spezzini è sempre bello (ride n.d.r.), perché è stato un grandissimo giocatore per tutti noi. Ritrovarlo è stato molto piacevole e ogni tanto anche scherzare con lui al campo e ricordare un po’ quello che succedeva tanti anni fa quando giocava lui è stato divertente.
Facciamo un altro passo indietro: nel riaffrontare il Frosinone è riuscito a non pensare a quel magico salvataggio nella finale play-off?
È ovviamente indimenticabile (ride n.d.r.), ma rivedendo anche Ricci e il DG Angelozzi è sempre bello anche scherzare e ricordare quella promozione e quell’evento. Abbiamo un po’ chiacchierato, è stato bello.
Lei ha lasciato lo Spezia dopo le prime partite, ma ha seguito tutta la stagione. Si sarebbe aspettato la salvezza? Ha avuto paura che potesse arrivare una retrocessione?
Dopo il primo periodo di difficoltà ho pensato che non sarebbe stato facile salvarsi. Ma sono rimasto sempre in contatto con diversi compagni: ho un rapporto speciale con Bastoni, Maggiore, ma anche Erlic, Gyasi, Ferrer, Verde, Provedel e anche quando tornavo a casa li incrociavo. Parlando con loro mi hanno detto che ciò che vedevo da fuori era reale: si era creata una grande coesione di gruppo e con l’allenatore. Ho capito che si poteva ripetere una grande salvezza e un altro grande risultato e infatti è successo. È una squadra che aveva voglia di vincere le partite, soprattutto gli scontri diretti. Sono venuto anche allo stadio a vedere Spezia-Sampdoria e ho visto che c’era quella voglia di mantenere ancora la categoria e rimanere sempre fuori dalla zona calda.
Secondo lei alla fine il mercato bloccato è stato la vera forza per fare quadrato?
Sicuramente si è creato un senso di appartenenza in più e di attaccamento alla maglia. Quando si sa che è impossibile fare mercato viene quella voglia di dare qualcosa in più ed è un segnale alle altre squadre e a chi dava lo Spezia per spacciato. C’è invece chi pensa di poter rimediare a gennaio con una sessione di mercato importante, ma non sempre succede. Questo ha dato una spinta ulteriore ai miei compagni.
Che impressione le ha fatto Thiago Motta, che ha conosciuto nella prima parte della stagione?
L’ho conosciuto nella preparazione e durante le prime partite, ho avuto modo di vedere che è uno che vuole ottenere i risultati e pretende il massimo da tutti. Non crea favoritismi: gioca chi va forte e si impegna. Questo alza il livello di tutti, che sono obbligati ad andare sempre forte senza mollare. Ed è questo che serve per salvarsi.
Quest’anno è finalmente tornato anche il Picco delle grandi occasioni, per una spinta della piazza fondamentale.
Anche negli scontri diretti vinti in casa, mi viene in mente la gara con il Venezia, è stato così. È mancato sicuramente negli anni precedenti il sostegno dei tifosi e rivedere tutto lo stadio pieno fa un certo effetto perché a detta di tutti è sempre stato molto caldo. E questo ha fatto la differenza.
Che Vignali ritroverà lo Spezia?
Non vedo l’ora di ritrovare la Serie A. Torno voglioso, con una consapevolezza in più. Penso che in questa stagione io abbia aggiunto qualcosa al mio profilo di giocatore e ho tutta la voglia di iniziare al meglio la stagione fin dal ritiro. Ad oggi torno ad essere un calciatore dello Spezia e sono pronto.
Cosa risponde a chi dice che lo Spezia ha fatto un miracolo salvandosi? Questa seconda salvezza lo è?
Parliamo di miracolo per la salvezza scorsa, ma per me ora lo Spezia è diventato una certezza. Centrare una volta l’obiettivo può anche essere ‘casuale’, ora invece è un risultato importante che conferma come il club sappia mantenere la categoria. È la testimonianza di un grandissimo lavoro. Magari si parla di miracolo per le tante difficoltà iniziali, però lo Spezia ha dimostrato di sapere come si sta in Serie A e cosa ci vuole.
Chi l’ha impressionata di più dei giocatori arrivati in questa stagione? Alcuni, come Amian, Nikolaou e Manaj sono cresciuti molto…
Sicuramente quelli che lei ha menzionato hanno fatto una grande stagione. Manaj mi piace, è un lottatore e sa tenere alta la squadra, un giocatore importante. Nikolaou è cresciuto molto al fianco di Erlic, altro giocatore che ha alzato ulteriormente il livello. Penso che il croato sia fortissimo e pronto a giocare in squadre di più alta caratura: è giusto che abbia le sue chances. Ci metto dentro anche Provedel, che ha salvato tante volte la porta, Bastoni e Maggiore hanno alzato il livello, così come Gyasi e Verde che già conoscevamo. Tutti hanno messo qualcosa in più dell’anno prima.
Lo Spezia ha la particolarità di avere tanti giocatori provenienti dal settore giovanile: a lei, Maggiore e Bastoni si è aggiunto anche il giovane Bertola, che ha esordito a Udine. Quanto è importante l’appartenenza?
Penso che sia la dimostrazione che oltre alla Prima Squadra c’è dietro un grande lavoro della società e del settore giovanile. Va bene comprare i giocatori, ma costruirseli in casa è un valore aggiunto. Ed è giusto che chi lo fa bene riesca ad avere i suoi ragazzi: l’appartenenza viene da sé, anche chi sta almeno una stagione allo Spezia rimane legatissimo a questi colori. Credo che per il club sia una risorsa molto importante quella di avere elementi già pronti nel proprio vivaio.
Vignali fa parte del vivaio spezzino e sicuramente con l’esperienza a Como avrà raggiunto la maturità necessaria per inserirsi al meglio nel gruppo delle Aquile per il prossimo campionato. Complimenti all’intervistatore..come sempre al top..!!
Ottima intervista! Bravi! Fa piacere sentire la viva voce di Vignali.
Finalmente una intervista vera. Articolata e interessante.