Sulle pagine de Il Secolo XIX questa mattina in edicola troviamo un’intervista a Massimiliano Nardecchia, ex calciatore e poi preparatore atletico dello Spezia nella gestione Soda. Quello che va a cominciare sarà un campionato anomalo, con una lunga pausa in mezzo e una preparazione fisica e atletica totalmente sui generis (leggi il calendario). “Quaranta-cinquanta giorni di stop sono tantissimi per una squadra che affronta il campionato, bisogna fissare obiettivi di breve durata e arrivare ad agosto già pronti a spingere forte. Non basta un mese di ritiro per far vivere di rendita una squadra fino a primavera” commenta.
Piano piano
Un passo alla volta, dunque, step by step come si dice. Di certo siamo di fronte a una situazione cui il calcio non è abituato e la frequenza delle partite ogni tre giorni rende tutto ancora più compresso. I preparatori dovranno essere bravi a prevenire: “La grande sfida sarà questa, cercare di limitare gli infortuni, poi verranno i dettagli” racconta Nardecchia. E in molti vedono le cosiddette ‘piccole’ favorite sulle big, anche se per tutte sarà complicato: “Per entrambe ci saranno vantaggi e svantaggi. Chi non andrà ai mondiali avrà la rosa quasi al completo ma senza gare ufficiali. Le grandi terranno in forma i Nazionali, ma avranno rose smembrate“. La sensazione è che vedremo tante amichevoli nel periodo invernale, o tornei sulla falsariga del campionato. In ogni caso – commenta ancora Nardecchia – le squadre dovranno lavorare sul piano atletico per colmare le lacune derivanti dalla prima metà della stagione. Piccole preparazioni o richiami, tutto sta a mantenere in condizione le rose.
Un occhio alle Aquile
Il passato in maglia bianca non si dimentica: “Ho un ricordo bellissimo sia da calciatore nei primi anni ’90 ma anche da collaboratore tecnico. È fra le squadre che ho più a cuore e sono molto contento delle due salvezze. La squadra merita di rimanere in A per la passione delle gente e l’attaccamento alla maglia” la sua sensazione. Un legame che continua anche da lontano, con buoni presupposti per il futuro: “Quando ci sono contesti così l’entusiasmo e la stabilità societaria garantiscono anche gli obiettivi. La tifoseria trascina e travolge, dà grande positività e arriva tutto direttamente alla squadra” conclude.