È stato uno dei leader degli spogliatoi in giro per l’Italia, ha affrontato tanti avversari e giocato con molti attuali calciatori della Serie A. C’era anche Domenico Maietta in quell’Empoli che vide contendersi il posto da titolare fra i pali Ivan Provedel e Bartlomiej Dragowski nel palcoscenico più alto del nostro calcio. Una stagione – era il 2018/’19 – culminata con una beffarda retrocessione in Serie B all’ultima giornata, ma che ha visto salire alla ribalta molti giovani interessanti. Fra questi, oltre ai due portieri che rappresentano il recentissimo passato e il prossimo futuro dello Spezia, anche un giovane Dimitrios Nikolaou, che proprio dalla Toscana insieme a Mraz e Farias hanno poi vestito la maglia bianca. La nostra redazione ha contattato in esclusiva l’ex difensore, con un occhio anche alla prima di campionato al Picco proprio contro l’undici di Zanetti.
Provedel alla Lazio e Dragowski allo Spezia. Staffetta, curiosamente, proprio come quell’anno a Empoli…
Ricordo bene. Drago arrivò a gennaio dalla Fiorentina, mentre Provedel era il titolare ma stava recuperando da alcuni problemi fisici, lasciando spazio a Terracciano. La società decise di prendere il polacco per avere la sicurezza di non restare scoperta. Sono due ottimi portieri, sanno accompagnare bene la difesa e mi sono trovato bene con entrambi. Conosco benissimo soprattutto Ivan, siamo stati compagni anche nell’anno in B: è un ragazzo eccezionale e con delle potenzialità incredibili.
Ha fatto bene Provedel a scegliere i biancocelesti? È sembrata la classica chiamata che svolta la carriera.
Secondo me sì. Ha 28 anni, ha superato molta gavetta anche nelle serie minori e a Spezia ha fatto davvero un ottimo lavoro. Sono venuto spesso a vederlo anche di persona quando ho fatto il dirigente a Empoli: è cresciuto molto anche in esperienza e carattere. Sono contento per lui, penso che una chiamata come quella della Lazio davvero non si possa rifiutare. Credo che potrà benissimo giocarsi il posto con Maximiano.
Drago è invece il portiere giusto per le Aquile?
Bartlomiej viene da una stagione complicata, ma ha certamente grande esperienza in Serie A. Quando l’ho incontrato a Empoli è stato in grado di fare la differenza giocando benissimo, molte volte ci ha salvato il risultato. Non è un caso se poi la Fiorentina ne ha fatto il suo portiere titolare. A parte l’annata sfortunata e con alcuni problemi fisici, ora sarà carico per rimettersi in discussione appieno.
Lei è stato un leader a detta di tutti negli spogliatoi: si aspettava una crescita così dal giovane Nikolaou? Allo Spezia sembra davvero aver fatto il salto di qualità.
A costo di sembrare banale dico di sì, me lo aspettavo. Ricordo quando arrivò a Empoli: era molto acerbo, non a livello tecnico ma di ambientamento. Ci ho giocato insieme da compagno di reparto ed ero a conoscenza del fatto che le qualità non gli mancassero assolutamente. Aveva qualche difficoltà dovuta alla mancanza di esperienza e confidenza con la Serie A, ma piano piano è cresciuto: due anni fa ha portato a termine un grande campionato culminato con la promozione mostrando una crescita esponenziale. Ha saputo lavorare molto anche sulle sue mancanze, come i colpi di testa: prima aveva qualche problemino su quel fondamentale, ora è cambiato completamente. Ha trovato anche grande personalità nell’impostare e nel richiamare i compagni. Penso che abbia tutte le carte in regola per fare un salto di qualità importante, mi auguro davvero il meglio per lui. Io a Empoli ho cercato di dagli tanti consigli, ma lui ha avuto il pregio di saper ascoltare. Penso e spero di avergli insegnato qualcosa anche io.
A Empoli via Andreazzoli (che è stato suo allenatore proprio in quell’anno), dentro Zanetti. Che gliene pare del nuovo assetto? Con un mercato fatto di tante cessioni crede che l’Empoli possa salvarsi facilmente come l’anno scorso?
Hanno fatto una scelta e come tale va rispettata. Stimo tantissimo Andreazzoli, come allenatore e come persona, tanto che mi dispiace di averlo avuto come allenatore quasi a fine carriera. Mi ha insegnato tanto, anche l’anno scorso l’Empoli era una delle squadre più divertenti da vedere giocare. Quest’anno hanno deciso diversamente, non so per quale motivo, ma forse il nome di Zanetti è stato il più azzeccato fra i possibili sostituti. La storia a Empoli insegna che la squadra vuole sempre giocare il pallone e l’ex Venezia insieme a Dionisi è ideale per questo tipo di gioco. Lui poi vorrà certamente i suoi uomini, quindi un po’ di stravolgimento ci sta. In avanti è arrivato Destro, che conosco molto bene: ha qualità immense e si può mettere a disposizione della squadra.
Lei conosce bene Pecini, quell’anno DS in Toscana. Ekdal, Maldini, Caldara sono profili giusti? La convince il mercato dello Spezia?
Conosco molto bene il direttore, persona splendida e che stimo. Il mercato dello Spezia è sensato, lo definirei così. Si è cercato di mettere dentro più esperienza per raggiungere la salvezza il prima possibile: non dimentichiamo che non potendo fare mercato lo scorso anno la società ha avuto anche diversi problemi. La strategia è chiara: mischiare la giusta esperienza ai giovani, come peraltro fanno in tanti.
Spezia-Empoli apre il campionato. La concorrenza è agguerrita, crede che potranno essere ancora queste due le sorprese della stagione?
Sarà ovviamente calcio d’agosto subito all’esordio, è sempre troppo presto per giudicare. Nel calcio moderno non ci sono più estati o inverni, si gioca sempre. Allo stesso modo è presto per dire chi sarà una sorpresa, basti guardare l’anno scorso: nessuno avrebbe scommesso sullo scudetto del Milan o sulla salvezza della Salernitana. Ci sarà di sicuro l’exploit che non ci si aspetta, anche se non saprei dire chi: mi aspetto un campionato molto equilibrato.
In chiusura un consiglio (da ex capitano) per Giulio Maggiore, alle prese con un momento difficile e nel limbo fra addio e fascia da capitano revocata. Come gestire una situazione del genere?
Sono sempre questioni complicate da risolvere, guardate l’anno scorso cosa è successo con Dybala alla Juventus: si è parlato subito di spogliatoio spaccato anche se era un problema di un singolo con la società. Non so perché non voglia rinnovare, avrà i suoi buoni motivi e non avrà trovato l’accordo con il club: forse aspettava una promessa che poi non è stata mantenuta… A volte accade: ci si impunta, magari anche sbagliando, ma per il bene di tutti bisognerebbe fare un passo indietro e scendere a compromessi. L’unico modo per gestire la cosa è considerare il giocatore come un qualsiasi elemento di una rosa importante. Dispiace – lo dico da capitano – perché se mi avessero levato la fascia ci sarei rimasto male, ma lui deve essere così intelligente da capire che non è quella a far capire di essere un leader di una squadra.
DRAGOWSKI SI PRESENTA: “PRONTO PER GIOCARE, NON PENSO AL MONDIALE MA SOLO ALLO SPEZIA”