L’ex DS Mauro Meluso torna a parlare dello Spezia a ormai due anni dall’addio al club di Via Melara. Lo fa dalle colonne di Repubblica, che lo ha interpellato sulle ambizioni rinnovate dalla società dei Platek, che ha potuto finalmente operare sul mercato in questa sessione. Innesti mirati e di qualità, che secondo il dirigente rilanciano ulteriormente le ambizioni salvezza delle Aquile.
Un salto all’indietro
L’ex direttore ricorda le difficoltà che lo Spezia ha dovuto sostenere al primo anno di Serie A, con il cambio di proprietà: “Il presidente Chisoli aveva gestito tutto molto bene. A dicembre ho saputo della trattativa e a gennaio l’operazione era chiusa. Ho lavorato in una situazione ideale e senza condizionamenti” ricorda. Poi un riferimento a Gotti: “Avevo già pensato a lui a Lecce, lo ritengo un’ottima soluzione in panchina. La forza degli aquilotti è data dal gruppo che si è formato proprio nella prima stagione in A e dal quale anche Motta ha tratto consapevolezza” commenta. Una squadra consapevole e matura, dunque, dopo due salvezze lasciate alle spalle.
I singoli
Poi, Meluso si sofferma su alcuni nomi della rosa, a partire da Nzola, che con il nuovo tecnico è apparso in grande fiducia: “Va gestito nella quotidianità, è un giocatore particolare. Serve esperienza in Serie A, ma lui è importantissimo. L’ho portato nel Golfo a parametro zero dopo il fallimento del Trapani e penso di averci visto giusto“. Ma anche sul mercato sono arrivate aggiunte importanti per sopperire alle assenze di Erlic e alla prossima di Maggiore, con qualche asterisco: “Ekdal e Caldara vanno valutati solo nella tenuta fisica, perché il valore non si discute” il suo pensiero. Elogio per Verde: “Gli dicevo spesso che assomiglia a Salah e che avrebbe dovuto solo curarsi di più. Mi pare che abbia capito tante cose e possa pensare in grande“. E su Agudelo: “Potenzialmente da top club per tecnica e forza fisica“. Infine, una menzione per Jacopo Sala: “Con Italiano aveva avuto problemi, ma si è ripreso alla grande“.
Imprevedibilità
Quello che va a cominciare sarà un campionato molto particolare e – non c’è dubbio – imprevedibile, anche per le dinamiche legate al mondiale. “La tendenza nelle ultime stagioni è chiara: alcune squadre sono retrocesse a sorpresa come Genoa e Cagliari, contro ogni pronostico. Dopo la pandemia sono entrate nuove proprietà e si sono rotti equilibri. Ormai la categoria si caratterizza per un livellamento verso il basso. Serve perciò un mercato creativo, soprattutto per le piccole. Credo che l’ultima settimana di mercato definirà le gerarchie” il pensiero di Meluso.
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