Chi può raccontare per intero la storia di Ivan Provedel allo Spezia è Gianni Rava, il suo agente. Il Secolo XIX lo ha intervistato alla vigilia di Lazio-Spezia, la prima da ex per il portiere friulano. Nell’ultima estate la cessione. Si dividono un ragazzo con la testa sulle spalle e un club sempre amato, una maglia onorata dall’inizio alla fine.
Credo sia nella logica del calcio che non puoi dire di no alla Lazio se ti cerca Sarri in persona. Se così non fosse stato, oggi Provedel sarebbe quello che aveva sperato di essere: il capitano dello Spezia. L’offerta della Lazio era irrinunciabile, Sarri lo voleva, lo aveva cercato di persona. Non puoi dire di no. L’ho spiegato anche a De Laurentiis e Giuntoli, che a un certo punto hanno tentato di tutto per portarci a Napoli, ma a Lotito era stata data una parola. Immobile stesso aveva parlato con noi. Dallo Spezia vai via solo se ci sono richieste di questo tipo, perché altrimenti Ivan sarebbe rimasto lì.
Italiano e Thiago Motta
Nei due anni di Italiano quello che si evidenziava era che c’era un mister al comando, che sfruttava al massimo le caratteristiche di Ivan, e questo esaltava lui e la squadra. Dobbiamo molto all’attuale tecnico della Fiorentina che una volta in viola, ha mandato anche qualche segnale per riavere il ragazzo, ma le vie del mercato l’hanno portato altrove». Eppure qualcosa si ferma, perché all’arrivo di Thiago Motta vien proposto il dualismo tra lui e Zoet. Fino alla settima giornata gioca, e male, l’olandese, poi viene rimesso a posto tutto. «Ci chiesero di valutare un trasferimento alla Sampdoria, cosa che oramai sanno tutti. Non andò in porto solo perché Ivan non riuscì ad andare a firmare i documenti in tempo nell’ultimo giorno di mercato».