È un Paese per giovani. Che domenica per Beck, è nella storia

Minuto 81 di Lazio-Spezia, con le Aquile stremate ormai vogliose soltanto del fischio finale. Ci sarà tempo ancora per il doloroso 4-0 di uno scatenato Milinkovic-Savic, ma questa è un’altra storia. Gotti a bordo campo decide di lanciare nella mischia un ragazzo, di quelli che lavora a testa bassa, ha tanta voglia di emergere e soprattutto tantissima di giocare. Si chiama Julius Beck, arriva dalla Danimarca e ha mosso i primi passi nel calcio che conta prima nelle giovanili del SønderjyskE, poi nella Primavera delle Aquile fino ad arrivare lì, ad allenarsi con i grandi. Maglia nera numero 16, cuore in gola, si accende la lavagnetta luminosa, esce Kiwior: eccolo lì l’esordio in Serie A, nello stadio della Capitale, davanti a 40.000 persone.

Predestinato

Una delle tante intuizioni di Pecini, che nel corposo mercato di due estati fa ha prelevato il giovane centrocampista dalla Scandinavia, sicuro di un suo avvenire radioso. Come spesso accade, non sbagliava. Beck è da tempo nel giro della Nazionale giovanile del suo Paese e anche nell’ultima tornata di convocazioni ha ricevuto la chiamata dall’U19: lassù già lo conoscono molto bene. Ma da ora ha fatto la storia anche in Italia, perché la sua prima presenza in A entra negli annali. Non certo per la prestazione: un paio di contrasti, qualche pallone giocato ma anche tanta emozione. Difficile chiedergli di più. A fare la differenza è la sua età: 17 anni, 5 mesi e 6 giorni, la carta d’identità più giovane della stagione 2022/’23 a scendere in campo sul palcoscenico dei grandi. Superato un altro giovanissimo come Valentin Carboni dell’Inter, che ha esordito proprio poche ore prima a San Siro (non male anche lì) nella sconfitta con la Roma. Nemmeno il tempo di goderselo, perché ora è Beck il più “verde” in campo. E non sono mancati i complimenti, doverosi, a partire dalla sorella Alberte. 

La classifica

Nella speciale graduatoria dei giovanissimi alla prima in Serie A, sul podio finisce anche D’Andrea del Sassuolo, 18 anni e 11 giorni, facente parte delle nuove leve che già hanno assaggiato la vetrina che conta. Non solo, a poco più di 18 anni ci sono Ilkhan del Torino (2 mesi e 12 giorni), Coppola del Verona (7 mesi e 24 giorni), Scalvini dell’Atalanta (8 mesi e 2 giorni) e Bondo del Monza (11 mesi e 15 giorni). Più dietro, ma sempre nella Top Ten, anche i “veterani” Miretti e Soulé della Juve e Fazzini dell’Empoli, tutti con già 19 anni compiuti. 

Non sempre facile

E dire che in questi ultimi mesi Beck si era già fatto notare. In Primavera con Tanrivermis aveva mostrato grande talento, fino alla chiamata in Prima Squadra tanto sognata già a fine della passata stagione con Motta. Ma la sua ascesa non è stata sempre facile: nel raccontare il suo ingresso in punta di piedi fra i migliori del nostro calcio, il giovane danese ha incontrato anche difficoltà. Lo scorso anno, infatti, in un’intervista rilasciata nel suo Paese aveva esternato alcune parole che non erano piaciute alla dirigenza, spiegando come la società non lo avesse aiutato abbastanza ad ambientarsi, anche linguisticamente. Decisamente un’ingenuità, da un lato anche comprensibile per un ragazzo della sua età. Niente ritiro con Gotti in estate, ma a conti fatti non è stata una punizione: Beck risulta infatti da inizio stagione sempre aggregato alla Prima Squadra, così come sempre più frequentemente ottiene la convocazione per le gare di campionato. E ora ecco l’epilogo tanto auspicato. Buona fortuna, Julius. 

Esordio in Serie A per il classe 2005 Julius Beck 👏🦅 pic.twitter.com/3PlpDPPdj2

— Spezia Calcio (@acspezia) October 3, 2022

GOTTI: “APPROCCIO SBAGLIATO, POI GLI ERRORI HANNO FATTO LA DIFFERENZA”
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