29 Ottobre 2022 - 09:22

Gyasi: “Arrabbiati, serve crescere. Gruppo e città sono il segreto”

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Dopo l’intervista di ieri a La Nazione, Emmanuel Gyasi torna a parlare in vista di Spezia-Fiorentina anche ai taccuini de La Gazzetta Dello Sport in una bella intervista. Con il capitano aquilotto, la rosea ripercorre tutta la trafila della sua carriera, partita dalla terra di Accra e che lo ha portato a vestire per cinque stagioni a vestire la maglia spezzina. Ora da capitano punta a uscire dal momento difficile, ancora una volta con la forza del gruppo.

Svolta

Siamo arrabbiati, soprattutto con noi stessi e principalmente per il KO di Salerno. Ma lavorando così possiamo crescere rapidamente. Con Gotti siamo compatti, crediamo nel suo lavoro e il club ci dà fiducia“. Parole importanti, con la consapevolezza che c’è sicuramente da migliorare soprattutto là davanti nella finalizzazione. Senza gol è difficile fare punti: “Io non ho ancora segnato ma non cerco alibi. Intendo concentrarmi sul lavoro e su ciò che sbaglio. Il gol è una medicina. Dobbiamo ascoltare l’allenatore, perché c’è un grande feeling con tutti e ci toglieremo delle soddisfazioni“.

Leader

E da quest’anno veste anche la fascia da capitano: “Un grande orgoglio – dice – perché sono arrivato dalla C e ora vesto la fascia, prima di me sul braccio di un grande come Giulio Maggiore. Mi sento maturato tanto, ma posso ancora fare molto e nel calcio c’è sempre da imparare” spiega. È cresciuto molto anche grazie al lavoro di molti tecnici importanti, come Italiano, che domani tornerà al Picco da avversario: “Due anni che rimarranno nella storia, ma anche Motta è stato importantissimo. Persona incredibile in campo e fuori” ricorda.

Che partite

Ricordi da mettere da parte in fretta, perché la Fiorentina sarà un avversario tosto. E così il fattore Picco diverrà ancora una volta determinante: “Il nostro pubblico ci dà una grandissima spinta ed è la cosa che mi piace di più. Qui la gente dà tanto, il tifo è incredibile. Sono veri sia quanto criticano che quando amano. Il calcio è bello per questo“. La Fiorentina ha un po’ gli stessi problemi di classifica (e di gol) delle Aquile, ma Gyasi ricorda: “È una squadra che crea tanto, anche io con Italiano ci misi molto a  sbloccarmi segnando solo all’ultima di andata, ma da lì non ho più smesso, fino al gol promozione…“. Ricordi ovviamente indelebili, così come la rete che valse l’1-2 a San Siro contro il Milan: “Spero ricapiti, ma intanto me lo tengo” sorride.

Sogni e realtà

Infine, l’italo-ghanese sfoglia il libro dei ricordi, parlando di quando dopo la Messa era il momento di giocare con il pallone senza pensieri e senza altri interessi. Ma l’appuntamento con la chiesa è rimasto, forse anche in ricordo di quei momenti: “Sono molto credente, quando posso vado a Messa” spiega. E intanto diventerà presto padre, con il Mondiale come sogno nel cassetto: “Ho un buon rapporto con il nuovo CT Addo. Mi sono messo a disposizione esprimendo il sogno di andarci, se non sarò scelto lavorerò per altri traguardi” conclude.

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