Lui è fra i giovanissimi, quelli che possono rappresentare il futuro dello Spezia. Ha bruciato le tappe, crescendo in maniera esponenziale nel club che lo ha accolto sin da bambino, quello Spezia che nel tempo ha regalato la storia a Maggiore, Bastoni e Vignali tra gli altri. C’è un ragazzo che ora sogna di seguire quelle orme e che in questa stagione ha cominciato ad approcciare il calcio “dei grandi”: ha 19 anni e una vita davanti, ma già sta dimostrando di avere un grande valore. Parliamo di Nicolò Bertola, difensore diciannovenne di proprietà dello Spezia, che ora sgomita nell’Aquila Montevarchi e che si è regalato anche un primo, fantastico gol, contro l’Imolese. Ambizioni, sogni e speranze di un ragazzo pronto a spiccare il volo: lo abbiamo raggiunto in esclusiva.
Una prima esperienza fra i grandi, importante per prendere confidenza con continuità con i professionisti. Come si sta trovando in Serie C? Il salto è stato importante?
Sono molto contento della prima esperienza con l’Aquila Montevarchi, che ringrazio molto. Mi sta dando la possibilità di crescere e migliorare, ma anche di sbagliare. Sono venuto qui con tanta voglia di giocare e soprattutto di fare bene.
Per lei è stato un weekend decisamente da incorniciare visto il super gol rifilato all’Imolese. Ce lo racconta? Ha una dedica particolare?
Sicuramente è stato un bel gol, non lo nego. Quando ho visto venire la palla verso di me ho avvertito il mio compagno che sarei andato al tiro e nella testa ero sicuro che una volta colpito sarebbe andata dentro. Me lo sentivo. Lo dedico alla mia famiglia, ai miei compagni, alla mia ragazza e a tutti i tifosi che ci hanno sempre sostenuto.
Quale obiettivo si pone in questa stagione? In cosa si sente di dover migliorare?
Il mio obiettivo è quello di migliorare sempre di più, confrontandomi con nuove realtà e giocatori di esperienza. Spero di avere continuità nel minutaggio, in modo da raggiungere prestazioni degne della categoria. Devo migliorare sugli errori superficiali ed essere molto più aggressivo sull’uomo.
A Montevarchi ha trovato anche l’appoggio di Pietra, che come lei viene dallo Spezia. Quanto è stato utile fare gioco di squadra per ambientarsi?
All’inizio è stato sicuramente più facile arrivare con un amico con cui ho condiviso il campo per tanti anni. Devo dire però che il gruppo è molto aperto e tutti i ragazzi sono disponibili: ci hanno fatto sentire parte integrante sin dal primo giorno. Questo è stato molto importante.
L’anno scorso ha avuto già modo di esordire in A con Thiago Motta in panchina. Che cosa ricorda di quell’emozione?
Ricordo emozioni forti, un bel mix. Sognavo fin da bambino di esordire con la maglia della squadra con cui sono cresciuto e che è stata la mia seconda famiglia per tantissimi anni. Credo sia stata un’emozione indescrivibile che non dimenticherò mai e un sogno diventato realtà dopo tanti sacrifici fatti sia da me che dalla mia famiglia.
Lei ha lavorato con Gotti nella prima parte del ritiro estivo. Cosa le ha lasciato il tecnico?
Ho fatto soltanto un mese di ritiro con il mister, ma posso dire che mi ha fatto capire che per far parte di quel gruppo e giocare ad alti livelli bisogna rimanere concentrati e non abbassare la guardia.
Ci racconta il suo sogno nel cassetto?
Uno dei tanti sogni nel cassetto che ho è sicuramente quello di poter giocare con la Nazionale. Poter rappresentare l’Italia è davvero il sogno di una vita.
Durante il Mondiale la Serie C giocherà senza fermarsi: sarà una bella vetrina anche per lei…
Sì. Speriamo che senza tanti incontri dei campionati superiori ci siano tanti spettatori alle nostre partite.
Chiudiamo con una curiosità: senza l’Italia per chi tiferà ai Mondiali in Qatar?
Purtroppo senza gli Azzurri al Mondiale diventa difficile tifare qualcuno (ride n.d.r.). Posso dire che una squadra che mi piacerebbe veder arrivare fino in fondo è il Brasile, anche se so che il sogno di tanti è vedere una finale Argentina-Portogallo…
Bravo!
Gran gol