La Procura di Torino, la Consob, la Uefa, la Figc e pure la Superlega: ce n’è abbastanza – scrive La Gazzetta dello Sport – per tenere in ansia la Juventus. Il club bianconero, come sottolineato nella relazione finanziaria al 30 giugno della società, è al centro di inchieste penali e indagini sportive, col rischio di penalizzazioni o, nella peggiore delle ipotesi, l’esclusione dalle competizioni. Il nodo riguarda l’ormai nota manovra stipendi, per la quale sono state rinviate a giudizio dodici persone, tra cui Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici. Per l’accusa, gli stipendi sarebbero stati dilazionati e ridotti solo in minima parte. La loro contabilizzazione – si legge – sarebbe dunque dovuta avvenire in maniera diversa.
Il club ribadisce “di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi della football industry“. Però, come da prassi, segnala che “la società rimane esposta a potenziali effetti negativi, anche significativi, sulla reputazione e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria“. Esiste dunque il rischio di sanzioni o, in casi estremi, di non partecipare alle competizioni nazionali e/o europee. Soprattutto in campo europeo la situazione si complica, per le possibili violazioni al Fair Play. Una questione che incombe sulla Juventus e che mette in pericolo il suo futuro nelle Coppe. L’UEFA vuole capire la situazione effettiva del bilancio. Se fossero provati pagamenti in nero, per non far figurare passivi maggiori, il rischio massimo è l’esclusione dalle competizioni. A Nyon attendono il fascicolo della procura di Torino, ma l’arrivo non è imminente. Solo allora – si legge – si faranno un’idea della situazione.