Dopo Riccardo Pecini (che dal prossimo 31 dicembre sarà ufficialmente svincolato) anche altri due dirigenti hanno deciso di lasciare lo Spezia. Lo hanno fatto in maniera silenziosa, come scrive Il Secolo XIX, ma non in piena linea con la politica Platek.
Profili diversi
Uno è quel Nathan O’Brien che i Platek avevano conosciuto ai tempi dell’affare Sunderland e poi portato in Liguria, concedendogli deleghe e poteri anche sulle strutture. Proprio da lui era arrivata la comunicazione dell’addio a Pecini, visto che i contatti fra il direttore e la proprietà si erano raffreddati durante il mercato. O’Brien ha già lasciato la sede da un paio di settimane e non farà più parte della fase operativa.
Con lui anche Alessandro Galleni, che pare invece aver accettato un’offerta dal Genoa come consulente finanziario. Nato come uomo del gruppo Riso, poi uscito dal contesto, era entrato in molte dinamiche societarie come per esempio la cessione di Provedel alla Lazio. Negli ultimi tempi era rimasto a margine e in seguito si è deciso di non confermare la collaborazione.
Punti comuni
Tutti e tre i personaggi – Pecini compreso – sono stati molto importanti nel secondo anno dei Platek allo Spezia. L’avvocato Galleni, in particolare, aveva avuto l’intuizione di affidarsi al collega Rigozzi per discutere il ricorso contro la FIFA al Tas di Losanna, poi risultata vincente per lo sblocco del mercato. Non solo, perché era anche entrato come parte attiva nella richiesta (poi ottenuta) di abbassare la soglia minima di capienza degli stadi in A. Manovra in parte decisiva per poter continuare a vedere lo Spezia giocare al Picco.