Ha vissuto da vicino la promozione in Serie A del Venezia Calcio, accompagnando il club nella scorsa stagione nel massimo palcoscenico italiano fino alla sfortunata retrocessione della scorsa primavera. Oggi Mattia Collauto sta aspettando di rientrare in pista da Direttore Sportivo e conosce molto bene il nostro calcio. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per un parere sul campionato e du due giocatori che conosce bene come Caldara e Ampadu, oltre a Henry, che negli ultimi giorni è entrato nelle possibili mire dello Spezia.
Direttore, sta seguendo il Mondiale? Ormai siamo alle battute finali di un torneo decisamente anomalo.
Sono in attesa di rientrare, il calcio è la mia vita. Ma c’è anche un tempo per guardare le cose da fuori per riflettere e imparare. Il torneo è stato divertente, seppur in una situazione inedita: tutte le squadra hanno dimostrato professionalità, abbiamo visto un buon calcio e molte formazioni abituate a giocare determinati tipi di partite hanno sorpreso. Il Marocco ha dimostrato di essere una bella squadra e il Mondiale è così.
A proposito di Mondiale… Abbiamo ammirato Ampadu con il Galles, titolare fisso. Visto che lo conosce bene, come lo sta vedendo allo Spezia?
Ethan era già un giocatore sulla bocca di tutti perché è fra i migliori giovani in circolazione. Lo Spezia ha fatto sicuramente bene a prenderlo e si sta dimostrando un giocatore di grande continuità, che in campo non si risparmia mai. È un elemento affidabile e nonostante la giovane età sembra un esperto, ha personalità e prende decisioni importanti in campo. Avrà sicuramente un futuro radioso, ha già giocato 40 partite in Nazionale. Ha qualcosa in più a livello di personalità e di voglia di essere protagonista. È molto intelligente, ogni allenatore lo vorrebbe avere.
La sua duttilità in campo è un’arma decisamente in più.
Può fare tutto: terzino, centrale a due e a tre, mediano, mezzala, un giocatore totale. Può giocare ad alto livello proprio perché non ha una qualità particolare, ma ne ha tante. Non ha un picco tecnico, ma ha tante peculiarità importanti e con il suo carattere non subisce le pressioni. A Venezia lo abbiamo utilizzato in molti ruoli e si è sempre dimostrato all’altezza.
Qualche giorno fa Caldara ha svelato che spera in un riscatto dello Spezia. Stiamo vedendo il miglior stato di forma del centrale o ancora no?
Posso dire che a Venezia ha fatto i primi sei mesi da campione, prima di finire in un periodo sfortunato coincidente con una serie negativa di risultati. Non va dimenticato che viene da infortuni importanti e aveva bisogno di ritrovare ritmi e dinamiche in campo. Quest’anno l’ho seguito in 2-3 occasioni e soprattutto contro il Milan ha fatto una gara strepitosa. Mattia è un giocatore che ancora deve riuscire a far vedere il vero lui, ma è sulla buona strada. Arriva da stop lunghi ma ha carattere e sa quello che vuole. Penso che tornerà presto il miglior Caldara, magari avendo continuità. Gotti è bravissimo e lo conosce bene e sa quando sfruttarlo, ma sta ritrovando la strada maestra. Se si mette in testa di fare una cosa ci arriva. Sul giocatore e sull’uomo garantisco.
Tradotto: secondo lei vale la pena spendere i 3 milioni di riscatto?
Questa sarà una scelta che dovrà fare lo Spezia. Mi posso esporre sulla valutazione tecnica della persona e del giocatore: non ci sono dubbi che siano giocatori che danno affidabilità e continuità.
Le chiedo anche di Henry, che ha portato al Venezia e oggi è al Verona. Potrebbe essere un elemento funzionale sul mercato per lo Spezia?
L’anno scorso al primo anno di A ha fatto diversi gol e ha dimostrato di saperli fare. Ha determinate caratteristiche e per ricevere tanto da lui vanno sapute sfruttare. Il colpo di testa, giocare dentro l’area sono le sue armi migliori: ha fisico e tempi di gioco importanti, sapendo lavorare in pressing e sa inserirsi. Se viene rifornito in un certo modo dà grande soddisfazione e lo ha sempre dimostrato sia in Belgio che in Serie A. Se lo Spezia lo prende vuol dire che ha idea di sfruttarlo a dovere. Deve fare un certo tipo di calcio, altrimenti fa fatica e lui con esso.
È forse il fattore caratteriale quello da migliorare? L’anno scorso lo screzio con Zanetti, quest’anno con i tifosi gialloblu.
Lui è un sanguigno, ma un ragazzo buono. Se ha determinati atteggiamenti li deve togliere, perché il calcio è dei furbi e lui alcune volte non lo è stato. Casca in qualche provocazione che alla fine lo penalizza. Questo succede perché ha voglia di dimostrare, ma deve imparare che in Serie A non bisogna cadere in determinati tranelli. Se vuole migliorare deve crescere in questo senso.
In chiusura la lotta retrocessione. Le ultime tre vanno a rilento, sono già spacciate?
Due hanno qualche problema strutturale, ma aspetterei a dare sentenze. Guardate l’anno scorso: la Salernitana ha fatto un miracolo sportivo, intervenendo a gennaio in un certo modo e ricreato un entusiasmo incredibile in una grande piazza. Sicuramente chi sta nelle ultime posizioni ha un compito duro per salvarsi, ma è ancora presto. In Serie A può succedere di tutto, perché da gennaio sarà totalmente un altro campionato. Il mondiale toglierà qualche energia e dare giudizi è poco credibile, ma chi sta sotto deve davvero cominciare a correre molto velocemente perché i distacchi cominciano ad essere importanti.