Spezia in caduta libera: quale il vero motivo?

Neanche un mese fa in città si respirava aria di festa dopo la vittoria a Torino contro i granata, che apriva spiragli di tranquillità mai visti in tre anni di travagliata frequentazione della Serie A. La Nazione scrive, come ha fatto lo Spezia ad avvitarsi in picchiata in meno di un mese?

Le motivazioni della crisi

Le responsabilità sono essenzialmente del tecnico Gotti e delle mosse nel mercato di gennaio. Il giovedì successivo il tecnico compie un primo grosso errore di valutazione schierando a Bergamo Nzola e Holm, che fino a quel momento avevano tirato la carretta senza sosta. Sfortuna vuole che entrambi si infortunino e con loro anche Ekdal, che invece era stato mandato in campo per acquistare minutaggio. Bastoni, da tempo sofferente, è costretto ad operarsi al menisco. Venerdì 20 lo Spezia cede Kiwior all’Arsenal. Con Nikolaou squalificato, la squadra si presenta davanti alla Roma in grosse difficoltà, con Zurkowski costretto a fare atto di presenza in panchina da infortunato: d’altra parte, se si acquistano giocatori nonostante non passino le visite mediche, non ci si può appellare alla sfortuna. Gotti ci mette del suo, rischiando Holm, che si infortuna di nuovo dopo pochi minuti.

Il 26 gennaio, Hristov ed Ellertsson vanno a Venezia in cambio di Wisniewski: difensori centrali ridotti di numero e molto indeboliti tecnicamente, una scelta che rischia di costare la B, specie se si insiste con la difesa a tre. L’indomani lo Spezia va a Bologna quasi rassegnato, schiera Reca influenzato e Holm e rimedia gli infortuni di Kovalenko e Moutinho. Il mercato si chiude con la cessione di Strelec e l’arrivo di Shomurodov, ma nessun rinforzo in difesa. Il 5 febbraio l’uzbeko esordisce con il Napoli, la squadra conta nove assenze (Gyasi squalificato e Sala che si va ad aggiungere agli altri infortunati). Ad Empoli le defezioni saranno ben otto (Caldara e Ampadu squalificati, con i rientranti Gyasi, Ekdal e Holm, quest’ultimo in condizioni precarie). Le assenze spiegano molto ma non tutto. C’è anche un mercato che non ha rafforzato la squadra ma solo il bilancio e un tecnico privo di inventiva che continua con il suo spartito nonostante tutto.