Lo Spezia di Semplici è vivo. Lo dice il cammino che le Aquile stanno facendo e ne è convinto pure l’allenatore, ma è inevitabile che ci sia anche qualche problema. A Marassi – ricorda La Nazione – i bianchi hanno creato 12 occasioni concretizzandone soltanto una: lo spirito è giusto e propositivo, anche rispetto al passato, ma le criticità non mancano. Al di là delle problematiche strutturate dell’organico, degli infortuni e anche di un po’ di sfortuna, il salto di qualità non è arrivato.
Assenze
Lo Spezia sta pagando la mancanza di un vice Nzola vero (Strelec ha giocato solo 164′ prima di finire in prestito in B) e di un centrocampista di inserimento (si puntò su Ellertsson che non ha entusiasmato). A gennaio la cessione di Kiwior ha certamente tolto qualità a un reparto cruciale, con Shomurodov e Zurkowski che sono stati innesti di peso ma con bisogno di tempo per tornare nella giusta forma. Esposito, Cipot, Krollis e Wiśniewski rappresentano acquisti in prospettiva, con fisiologico periodo di inserimento.
Confronto
Nonostante tutto questo, con l’arrivo di Semplici il rendimento della squadra è cresciuto, il 4-3-3 ha portato più gioco. Lo Spezia ha conquistato otto punti, esattamente uno a gara. Nelle precedenti 23 sfide la media era di 0,82, con 19 punti totali. Oggi c’è ancora un punto di vantaggio sul Verona terzultimo, anche se mai era stato così ridotto il gap con la zona rossa: due anni fa erano 7 le lunghezze sul Cagliari, lo scorso anno 10 sulla Salernitana, entrambe le volte a 32. Servirà unire le forze per salvare un grande patrimonio collettivo e lottare fino alla fine. Con la speranza che – se salvezza sarà – si compia davvero quel salto qualitativo che serve per assestarsi definitivamente.
LA VOLATA SALVEZZA: SERVONO ALMENO DUE VITTORIE PER LA TRANQUILLITÀ