Lo Spezia aspetta il rientro del suo bomber Mbala Nzola e intanto cerca di far fronte al problema gol. Ma intanto i numeri mostrati dal centravanti angolano sono impressionanti: da solo ha segnato oltre la metà delle reti della squadra, mostrando una crescita mostruosa e che oggi fa gola anche a molte big. Sportitalia.com ha intercettato Antonio Calabro, suo primo allenatore in Italia a Virtus Francavilla e Carpi. Era il 2016/’18, ma da allora il calciatore è decisamente cambiato. Queste le sue parole.
Qualità
Lo incontrai che era un ragazzone con grandi doti ma al contempo spaesato e demoralizzato: stava girando l’Italia a fare provini ma nessuno lo prendeva. Io però avevo subito intravisto del potenziale, e grazie alla fiducia che qui a Francavilla ha trovato che a piccoli passi ha tirato fuori il suo repertorio. Anche il direttore sportivo Trinchera fu bravissimo in tutto questo. Tecnicamente dico le sue partenze in progressione, umanamente la volontà di migliorare. Molto spesso a fine allenamento gli chiedevo se aveva voglia di fare degli esercizi supplmentari e M’Bala era sempre a disposizione, certe volte lo allenavo a parte anche quando c’era il buio pesto. Poi lo portai con me a Carpi in Serie B. Iniziò quell’esperienza quando doveva scontare ancora sette delle otto giornate di squalifica che gli erano state date alla fine del precedente campionato. Ma la verità è che non aveva ancora la maturità che ha oggi e quindi non riuscii ad affrontare nel modo giusto le fisiologiche difficoltà quando si fa il salto di categoria. Questo dell’aspetto psicologico è una cosa su cui ho lavorato molto con lui.
Lavoro di Italiano
Io passai alla Viterbese mentre M’Bala al Trapani allenato da Italiano, ci ritrovammo da avversari nella semifinale di Coppa Italia di Serie C e con l’occasione parlai con Italiano proprio di Nzola. Mi chiedeva che strategia avessi usato con lui per farlo rendere bene, perché anche a Trapani all’inizio ebbe delle difficoltà a livello caratteriale: sia chiaro che M’Bala è sempre stato un bravissimo ragazzo, ma non era maturo come adesso. Io dissi a Italiano che con lui non andava usato il bastone ma la carota, per rendere bene necessitava di una fiducia totale. La crescita? Se è messo nelle condizioni di attaccare lo spazio alle spalle dei difensori, può giocare in qualsiasi squadra. M’Bala è il mio più grande orgoglio da quando alleno. Mi riferisco a livello di giocatori singoli. Il lavoro che ho fatto con lui, l’ho fatto anche con tanti altri e trascurato nessuno, ma vedere che il mio lavoro è servito a questo suo importante completamento mi rende felicissimo.