Sulle pagine de Il Secolo XIX troviamo una lunga intervista all’ex bomber aquilotto Corrado Colombo, uno che visse il famigerato spareggio del 2007 proprio contro gli scaligeri, con tanto di corsa in ospedale. Una partita della vita (la definisce così), sempre con il fiato sospeso, perché c’era da difendere un 2-1 “e a loro bastava un gol, con lo stadio tutto contro. C’era la sensazione che arrivasse da un momento all’altro ma tu non lo volevi“. Oggi c’è di nuovo una gara secca fra lo Spezia e la salvezza: “Un calciatore sa cosa si gioca in quei momenti, ma devi cercare di cementare il gruppo, deve scendere in campo una squadra che si fa la partita nella testa come se fosse l’ultima” spiega. Una squadra che si è aiutata a vicenda, con ogni modo, in una partita che sembrava non avere fine. “In uno spareggio così non si guarda in faccia nessuno. Mi portarono in ospedale, sulla sedia a rotelle ero con il cellulare in mano per sapere il risultato. Difficilmente avremmo mollato. Dico spesso che ai giocatori dello Spezia auguro di vincere partite così, ma anche di giocarle, perché diventano storia. Di quella gara parliamo ancora oggi” racconta Colombo.
Posta in palio
Oggi torna lo spettro, ma l’ex centravanti non ha dubbi: “Lo Spezia ce la può fare, deve iniziare la gara dal ritiro della sera prima e arrivare carico il giusto. Bisogna capire che vincendo dà una gioia alla città che ha seguito con passione spendendo ogni lacrima. Non sarà mai solo una partita, tiferò per le Aquile. Devono unire leggerezza e concentrazione, dopo la gara saranno i primi ad essere contenti“.