Per lui Spezia fa purtroppo rima con Svezia. Complice quello spareggio tra aquilotti e veronesi del 2007 che costò la retrocessione in Serie C e il dramma di una eliminazione mondiale nel 2018. Gianpiero Ventura, l’ex CT della Nazionale azzurra, però, conosce meandri di questa partita che forse nessuno immagina. Ne conosce soprattutto l’anima. La sera del 21 giugno 2007, con il Verona appena retrocesso, fece mea culpa davanti alla curva scaligena. Furono applausi e lacrime. Il tecnico ha iniziato ricordando quella partita, dicendo che sono sfide in cui dai tutto quello che hai e se poi quel tutto non basta, ti scusi con la mano sul cuore e le lacrime agli occhi. Questo quanto raccontato a Il Secolo XIX: «Fu un episodio spontaneo, naturale, un abbraccio virtuale a gente che aveva sofferto come noi. Purtroppo sarà così anche domenica, e non so quale parte gioirà e qualche piangerà, ma se i giocatori avranno dato tutto anche in quell’occasione, il calcio avrà regalato un’altra bella pagina, a prescindere dal risultato». Per Ventura non si tratta però di uno spareggio equo quello del Mapei, perché una partita secca, senza supplementari e con lo spettro dei rigori immediati è inconcepibile. «Nessun vantaggio per chi ha scontri diretti a favore, maturati durante la stagione regolare. Perché? Avrei capito maggiormente un play out con andata e ritorno, così è una partita ancora più drammatica e illogica». Il doppio ex ha poi parlato di cosa fare per vincerla, sostenendo che molto dipenderà da come le due squadre ci arriveranno. «Lo Spezia ha più da perdere del Verona, che qualche mese fa non immaginava neanche di essere a questo punto. Ci arriva con una spinta in più, motivazionale». In questi casi ti devi togliere di dosso tutte le scorie e non sprecare energie. Hai una tensione a mille. «Il Verona, invece, ora ha più entusiasmo». Lo Spezia ha sprecato tanto durante questa stagione, con le vittorie su Milan e Inter che non sono bastate. Secondo Ventura andavano fatti più punti negli scontri diretti. Poi ritorna a fare i collegamenti con il passato: «Il Verona di oggi è un po’ lo Spezia di allora, ci arriva dopo una rincorsa senza fiato, in salita, anche clamorosa. Mentre lo Spezia di oggi è un po’ il Verona di allora, sulla carta favorita, tecnicamente magari più dotata, ma queste sono partite fatte a parte, che vivono una vita propria». Secondo Ventura sono due i giocatori, uno per squadra, che possono fare la differenza in questa partita. Da una parte Nzola, centravanti che trascina lo Spezia da tutta la stagione. Per il Verona, invece, Lazovic. Per l’ex tecnico avrà la meglio chi sfrutterà bene l’approccio psicologico alla partita. «Poi ci vorrà il cuore. Tanto cuore. Non devi neanche pensare a quello che hai buttato via in trentotto giornate, non esistono più domenica sera». Infine ha concluso parlando delle due piazze: «Alla Spezia il mio percorso è stato molto breve, ma ricordo tutto con tanto affetto. A Verona stetti ancora meglio e di quei tifosi ho un grande ricordo. Sanno apprezzare chi offre a loro emozioni e non smettono mai di crederci. Ma so che è così anche per i tifosi aquilotti».
9 Giugno 2023 - 11:03