Daniele Verde è stato sottoposto a intervento chirurgico ieri mattina, nella clinica Igea di Milano, concludendo un percorso che era oramai scritto. L’attaccante napoletano soffriva fin dalla scorsa estate di pubalgia e ha avuto mille difficoltà nella gestione di questa sfortunata stagione. Come scrive Il Secolo XIX, i tempi di recupero non saranno inferiori ai tre mesi. Su di lui non hanno potuto contare prima Luca Gotti e poi Leonardo Semplici, che più volte, ultimamente, anche nelle conferenze stampa, aveva sottolineato l’indisponibilità del giocatore. Che peraltro aveva avuto indicazioni chiare a inizio torneo, proprio dal responsabile della fisioterapia del club, che aveva in tempi non sospetti consigliato vivamente a Verde di operarsi a tempo. Però, con l’ok della società, Verde ha preferito optare per un percorso conservativo, che a un certo punto, l’ha anche portato a curarsi a Cesena, in un centro specializzato, proprio per recuperare condizione gradualmente e attenuare il problema. Macia e la società sapevano, ma non hanno mai messo mano alla storia. Pecini stesso, proprio sulla base delle indicazioni dello staff medico, aveva indicato al club e alla proprietà la necessità di far arrivare un’altra punta in rosa fin da agosto. Ma neppure a gennaio si è ritenuto di intervenire, colpevolmente. Verde chiude la stagione con i 37 minuti dello spareggio di Reggio Emilia, e con venticinque ulteriori presenze e tre gol nella stagione regolare. Ma non c’è in questo campionato una sola partita iniziata e finita, novanta minuti continuativi. Anzi, spesso spezzoni di gara, che hanno finito per non permetter al calciatore, che un anno prima era stato protagonista assoluto, di poter incidere nelle sorti di un club che poi è retrocesso. L’ultimo gol lo ha realizzato contro la Sampdoria il 22 aprile e potrebbe anche essere stato l’ultimo in assoluto in maglia bianca. Il suo rapporto con lo Spezia scade il 30 giugno del 2025, ma una clausola gli permetterebbe, con una penale abbastanza bassa, di uscire automaticamente dal club per accasarsi altrove.
Altri infortunati
Non è il solo a finire sotto i ferri dopo la retrocessione: toccherà anche a Caldara, che si opera a una caviglia e probabilmente anche ad Agudelo, che sta valutando il da farsi in questi giorni. Stessa situazione per Szymon Zurkowski, sul quale lo stesso responsabile della fisioterapia Bisciotti aveva espresso dubbi all’atto del tesseramento, quando arrivò già in condizioni difficili, per un problema alla schiena a gennaio. Il club aquilotto, però, ritenne di tesserarlo comunque, valutandone i tempi di recupero, spostando magari l’intervento, che ora sembrerebbe non più rimandabile.
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