Manca solo l’ufficialità per vedere Massimiliano Alvini sulla panchina dello Spezia. Un allenatore scelto fra un ampio casting per una ricostruzione che non si preannuncia facile, ma che a detta di molti proprio con questo profilo potrebbe avere buona riuscita. Il Secolo XIX ha intervistato quest’oggi nella sua edizione cartacea l’ex attaccante Corrado Colombo, che ha conosciuto il tecnico al Tuttocuoio nel 2011 in Serie D. La squadra era ultima, il bomber segnò 12 reti e sfiorò i play-off, prima di dominare la Serie D l’anno dopo con oltre 20 gol dell’ex aquilotto. L’anno successivo in C2 play-out e salvezza, 90 partite e 50 gol totali. Poi, Colombo seguì Alvini anche alla Pistoiese.
Amore a prima vista
I due hanno instaurato un buon feeling, ma sono soprattutto le caratteristiche dell’allenatore a fare la differenza: “È bravo a farsi seguire fa divertire il gruppo, a livello tattico era da categoria superiore – racconta – e possiede una mentalità analitica e preparata. Ha fatto tanta gavetta, al venerdì partiva per verificare il terreno dove si sarebbe giocato. Preparava la fase offensiva soprattutto, doveva fare male a chiunque“. Grintoso in campo, molto timido fuori. Colombo non ha mai avuto l’opportunità di lavorare con il suo staff, ma sarebbe ovviamente felice di tornare al Picco: “Mi piacerebbe tanto lavorare con lui, soltanto pensare di indossare di nuovo la tuta dello Spezia mi emozionerebbe, figuriamoci sentire la gente e la Curva Ferrovia” spiega.
Appartenenza
Poi l’ex bomber svela di aver già raccontato ad Alvini cosa rappresenti la maglia dello Spezia e la squadra per la sua città: “Gli ho detto cosa comporta allenare lì, non è una città come le altre. Lì il calcio è tutto e dovrà trascinare una piazza intera essendo se stesso come a Reggio e Perugia“. E gli aneddoti su un uomo così sono tanti: “In alcune partite mi urlava e quando mi avvicinavo non dava consigli e diceva ‘oh, sorridi e divertiti’. All’inizio non capivo, poi mi sono reso conto che può servire. Questo concetto l’ho trasferito anche ai bambini della scuola calcio del Tau, dove ho lavorato. Una bella frase, che serve per stemperare la pressione, detta al momento giusto“. Non solo: gli addobbi di Halloween negli spogliatoi, partitelle con regali per chi vince e tanto altro. “È stato l’unico allenatore che mi ha fatto divertire in campo e non contava la mia età. È l’uomo della mia seconda carriera” chiude Colombo.