Sono tanti i temi scottanti di questa estate che riguardano lo Spezia: dalla campagna abbonamenti, con quota 600 che si raggiungerà in questi giorni, al tema scottante del suo nuovo logo, che continua a far discutere molto e lo fa anche all’interno del Comitato per gli Immigrati. E proprio il Comitato per gli Immigrati avrebbe denunciato lo Spezia per un logo che farebbe richiamo al neonazismo. Ecco il comunicato ufficiale.
Il comunicato del Comitato per gli Immigrati
Il Comitato per gli Immigrati ha espresso il proprio dissenso, oltre a innumerevoli tifosi negli scorsi giorni, sporgendo denuncia nei confronti dello Spezia per quanto riguarda il nuovo logo che secondo molti farebbe richiamo al neonazismo. Qui il comunicato del Comitato: “Il Comitato per gli Immigrati è contro ogni forma di discriminazione. Siamo venuti a conoscenza tramite i media, diverse lamentele, della notizia riguardante il nuovo LOGO dello Spezia Calcio definito possibilmente come neonazista , per esattezza il seguente: Tra i diversi commenti che lo definiscono come un’offesa alla storia della città della Spezia, orrendo, appunto un simbolo neonazista, ci troviamo in dovere di invitare gli ideatori a cambiare tale logo evitando le ulteriori polemiche dando così anche un esempio di eccellenza, in particolare ai giovani, contro i simboli di estrema destra, nota ai simboli legabili ai campi di concentramento in particolare, onorando e ricordando il presidente Coriolano Perioli arrestato dalla GESTAPO, ucciso e buttato a Gusen in una fossa a gennaio 1944 perché aiutava la Resistenza partigiana contro il nazifascismo. La nostra Associazione fa parte dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – A Difesa delle Differenze) per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, un organo dello stato italiano avente la funzione di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica. Attivo dal 2003, è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Opera in modo autonomo e imparziale e si occupa altresì del diverso impatto che le discriminazioni possono avere su Donne e uomini, nonché dell’esistenza di forme di razzismo a carattere culturale e religioso.”