Con l’arrivo di Nzola alla Fiorentina si chiude così un corteggiamento durato tantissimo tempo. Viola e Nzola potevano incontrarsi già diverse stagioni fa: campionato 2016-2017, Pantaleo Corvino era appena ritornato in viola e il nome del centravanti era già sul suo taccuino. Come scrive La Repubblica, Nzola stava iniziando segnando a Francavilla e i contatti con l’ex ds dei biancocelesti Trinchera erano frequenti. Corvino aveva notato la forza fisica, la potenza di un numero nove vecchio stile, capace di fare reparto da solo. I contatti però non sfociarono mai in un acquisto e Nzola, dopo la bella parentesi in Puglia, abbracciò la causa del Trapani, dove conobbe Vincenzo Italiano. All’inizio l’attaccante faticò a capire i meccanismi offensivi e non solo. Ma dopo le prime crepe il rapporto tra i due va avanti tre anni e decolla, tra Sicilia e La Spezia. Nzola segna 28 gol in 96 partite e contribuisce a una doppia promozione, dalla C alla B dalla B alla A e a una salvezza in massima serie. Poi le strade si separano, Italiano accetta la Fiorentina e Nzola rimane allo Spezia per altre due stagioni.
La svolta
Nei mesi scorsi la svolta: l’attaccante capisce che c’è spazio per ritrovare il suo ex mister a Firenze e inizia con la testa a pensare alla destinazione in viola. A maggio, durante una giornata libera concessa da Semplici visita la città con la fidanzata, qualcuno lo nota in piazza della Repubblica ma è ancora presto per definire il tutto. In estate, complice la retrocessione con lo Spezia, parte il forcing: Nzola rifiuta tutte le altre destinazioni, Arabia compresa e aspetta la Fiorentina. Italiano dal canto suo, nel corso del primo summit di mercato di giugno dopo la finale persa a Praga, pone l’attaccante come obiettivo numero uno per l’attacco, attende l’evolversi della questione e lunedì sera, dopo la cena Barone-Branchini-Macia brinda alla buona riuscita dell’operazione da 10 milioni di euro. A Nzola, capace lo scorso anno di segnare in campionato da solo un gol in meno di Jovic e Cabral insieme – 13 gol contro 14 – verrà chiesto oltre alle reti grande peso offensivo. Tatticamente, da prima punta, sarà chiamato a giocare spalle alla porta, come regista offensivo capace di reggere palla e smistare sugli esterni, processo interrotto per caratteristiche dalla partenza di Vlahovic.