A tre anni esatti dalla promozione storica in massima serie, oggi lo Spezia riparte dalla B. È l’attacco del pezzo de Il Secolo XIX, che inquadra con corsi e ricorsi storici la partita in terra bolzanina con il Südtirol, in una categoria comunque molto anelata dai tifosi bianchi. Dal 1951, infatti, le Aquile ci hanno messo 55 anni a ritrovare la serie cadetta e dal 2006 in soli due anni è arrivato il fallimento. Da lì in poi la risalita: 10 campionati in B, 3 in A e 9 in C oltre a uno in D con tanto di trofei portati a casa come tre campionati vinti, due Coppe Italia di Lega Pro, due supercoppe e un play-off per la A. Insomma, per un club che ha le caratteristiche attuali la B potrebbe essere anche la dimensione ideale, ma c’è la voglia di sognare. Alvini ha chiesto a tutti di remare nella stessa direzione, ma da oggi sarà il campo a parlare in quella B affascinante e incomprensibile. E c’è chi vede analogie con quella B 2019/’20.
Si parte
Anche La Nazione dedica un focus all’inizio del campionato, il 28esimo delle Aquile in 117 anni di storia. A fare da volano ci sono state le dichiarazioni dei Platek e di Macia, oltre che di Alvini, che hanno espresso chiaramente la voglia di tornare in A nonostante le difficoltà del caso. Oggi pomeriggio la storia riparte dal Druso contro il coriaceo Südtirol, dove proseguire la rotta tracciata. Alvini è soddisfatto della rosa al netto delle prossime cessioni (Holm, Verde, ma anche Bourabia, Sala e probabilmente Ferrer), anche perché lo Spezia arriva con una buona struttura di base. Qualche giocatore è acciaccato dopo i 120′ più rigori di Coppa Italia, ma la formazione dovrebbe essere simile a quella di Cesena. L’unico dubbio è Verde, che non ha particolarmente brillato contro il Venezia. Sarà importante anche il seguito di oltre 400 sostenitori arrivati fino in Trentino.