È tornato nella sua città nell’estate in cui lo Spezia cerca il rilancio e Francesco Cassata vuole essere uno dei perni della rinascita del club aquilotto. Lo conferma ai taccuini de Il Secolo XIX, in un’intervista che ritroviamo oggi sul quotidiano. Nato e cresciuto a San Terenzo, poi passato all’Empoli fino alla Primavera della Juventus diventando centrocampista grazie a Grosso. “Fu la mia fortuna – racconta – poi so giocare anche terzino anche se non lo sento mio come ruolo“. Quindi l’esperienza ad Ascoli e al Sassuolo con De Zerbi e Iachini, poi Frosinone e Genoa: “Lì ho espresso il miglior rendimento, facendo vedere le buone cose mostrate in Primavera” spiega, ma la pandemia e l’infortunio al retto femorale gli hanno tolto quasi un anno e mezzo di carriera.
Ritorno a casa
E ora, dopo tanta attesa, il rientro a casa: “Mi sono trovato molto bene, conoscevo già Bandinelli e Bastoni anche se solo di vista. Alvini è contagioso per tutti, ha tanta passione e molta voglia di vincere e non era semplice trasmetterle all’ambiente. Con la sua fame ci toglieremo delle soddisfazioni“. Cassata è naturalmente legatissimo alla sua città, al mare, tanto che l’idea di tornare nel Golfo era balenata già qualche tempo fa: “Ballardini si oppose e anche due anni fa c’era una possibilità ma poi saltò tutto. Ho ricevuto tanti messaggi di ragazzi con cui sono cresciuto, tutti felici di vedermi con questa maglia. Per chi è di Spezia vestire questa maglia è motivo di orgoglio e responsabilità. Voglio riportare questo affetto in campo” conclude.