Lo Spezia si avvicina all’ultima settimana di mercato ancora con qualche operazione da portare a termine e approfitterà di un weekend senza gare per definire le ultime entrate e uscite. Nel frattempo c’è un campionato che è iniziato con uno scoppiettante 3-3 contro il Südtirol e proseguirà il prossimo mercoledì nel difficile campo del Catanzaro. Per parlare dello Spezia e del suo nuovo corso dopo la retrocessione abbiamo chiesto un parere in esclusiva all’ex dirigente aquilotto dell’era Volpi Giuseppe Spalenza, con il quale abbiamo provato a fare una panoramica sul momento del club.
Direttore, che impressione sta ricavando dal nuovo corso dello Spezia? Intanto sono già andati i primi 90′.
La campagna acquisti mi sembra intelligente, ci sono giocatori interessanti di prospettiva. Giudicare dalla prima partita è sempre difficile, anche se qualche errore di troppo al Druso si è visto. La squadra è giovane, manca forse qualche elemento di esperienza che aiuti i più giovani a crescere. Andare tre volte in vantaggio e farsi riprendere è forse anche un sintomo di mancanza di esperienza, soprattutto in difesa.
Sono rimasti tanti elementi della precedente rosa, ma il gruppo dovrà presto adattarsi ai nuovi palcoscenici. Che cosa manca sul mercato?
Diciamo che tanti componenti della rosa sono ragazzi giovani: Esposito, Cipot, giusto per dirne due, che devono dimostrare di essere qualcuno e la B a loro servirà. Si devono dare da fare per riportare lo Spezia in A, trascinando il gruppo e dimostrando che meritano la A. Onestamente non mi sta piacendo Dragowski, né domenica ma nemmeno nella scorsa stagione a parte qualche parata. Secondo me ad ora manca qualcuno davanti che faccia tanti gol: Moro e Antonucci sono ottimi giocatori e non si discutono, ma mi sarei affidato a un bomber di categoria. E Mühl ha fatto male all’esordio, spero sia solo perché è arrivato senza preparazione. Ripeto, giudicare la prima gara non è mai veritiero, vedremo nelle prossime.
Lo Spezia sarà costretto a giocare a lungo lontano dal Picco. Questo è un fattore che può incidere?
Intanto ci sarà la gara di Catanzaro, che sarà difficile. Sarà il loro esordio in casa, con un gran caldo e un pienone di pubblico. A Spezia invece la squadra non la rivedremo presto: conoscendo il Picco e la tifoseria giocare in casa e una cosa e altrove è un’altra. Al Picco magari non si farà mai il pienone, ma anche se ci sono 5.000 persone valgono come 20.000 da altre parti. È una delle piazze più calde del Nord e come i tifosi bianchi non ce ne sono. Conosco la realtà da anni e lo posso dire con grande certezza.
Lei aveva avuto un incontro con Macia a inizio estate. Che impressione le aveva fatto sul nuovo progetto?
Conosco Eduardo da una vita, abbiamo concluso anche qualche trattativa quando era alla Fiorentina. È un ottimo conoscitore di giocatori giovani e di prospettiva e la sua carriera parla per lui. Ha tanta esperienza, conosce le lingue e le persone: Spezia è una bella realtà per lui e lui per lo Spezia. La B sarà un buon banco di prova, non credo l’abbia mai vissuta altrove.
Lo Spezia viene inserito fra le prime della fila in campionato. Lei come la vede?
Come tutte le squadre che retrocedono. Le favorite è difficile individuarle, io credo che i cavalli di razza si vedano alla fine. In B poi qualche sorpresa viene sempre fuori: Palermo, Sampdoria, Bari hanno qualcosa in più ma è difficile individuare una favorita. I soldi vanno saputi spendere e non è detto che chi ha tanti fondi riesca a vincere, soprattutto se la squadra non trova subito un’amalgama importante. Guardate Empoli: il club non brilla per quantità economica, ma riescono a trovare i giusti prospetti per far rendere al meglio tutto il collettivo ogni anno, facendo costantemente passi avanti.
Lei si trova a Brescia, proprio la città che potrebbe essere riammessa al torneo. E intanto siamo a rinviare due partite a turno…
È una situazione vergognosa sotto ogni punto di vista. Non esiste iniziare un campionato con due squadre ferme, ora c’è da aspettarsi di tutto ma è inutile arrivare a fine torneo e vedere se le squadre sono a posto: va fatto nei due mesi precedenti, capito bene se possono iscriversi all’anno successivo. Sono delle aziende e come tali vanno verificate nei giusti tempi. È una vergogna che anche a Brescia ci troviamo in questa condizione, con un presidente come Cellino che ha fatto tanti proclami ma poi ha finito per fare molti danni.