Ai canali ufficiali dello Spezia Calcio, l’allenatore della formazione Under 16 aquilotta Riccardo Corallo ha parlato dell’inizio della stagione. L’ex difensore si è soffermato sull’importanza della formazione dei giovani calciatori, parlando anche delle importanti potenzialità della rosa e del lavoro fatto fin qui.
Le parole di Corallo
Sul suo ritorno allo Spezia: “Il mio ritorno è nato da un’opportunità che mi ha dato il club e dalla voglia di lavorare con i ragazzi per trasmettere loro la passione, l’esperienza maturata in campo e quello che ho fatto in precedenza. Ho ritrovato persone di calcio esattamente come qualche anno fa e con tanta attenzione verso i ragazzi, che sono al centro di tutto e hanno ogni cosa a disposizione. I direttori sono sempre presenti nella quotidianità e non solo in campo. I ragazzi vanno trattati a 360° in tutte le componenti”.
Sulla scelta: “Mi mancava la quotidiana guida di una squadra, avevo fatto la scelta di intraprendere un altro ruolo che mi è servito per interfacciarmi con le persone ma l’istinto è quello di lavorare ogni giorno con i ragazzi”.
Sull’inizio di campionato: “Più che i risultati sono contento dei ragazzi perché stanno cambiando tanto e stanno crescendo. Il merito di questo è intanto loro, perché si sono messi a disposizione e ci tengo a fare un plauso allo staff che ho voluto fortemente al mio ritorno. Con loro condivido tanto in allenamenti e partite e devo dire che sono un valore aggiunto”.
Sugli obiettivi: “L’obiettivo è quello di far bene ogni settimana. Parlare solo di risultati diventa riduttivo e vogliamo invece migliorare i ragazzi mentalmente e nell’atteggiamento, che è una componente fondamentale per ogni giocatore. Vogliamo far capire cosa significa la cultura del lavoro, in un settore giovanile come quello dello Spezia e mettendo ogni giorno un mattoncino in più”.
Su cosa sta lavorando: “Stiamo lavorando sulla base tecnica, importante per tutto il resto. Ci concentriamo sulla tecnica individuale, sulla trasmissione e sui tempi, insegnando lo smarcamento e l’occupazione degli spazi. Il percorso è lungo ma i ragazzi sono disponibili e prevale il lavoro tecnico”.
Sulla maglia bianca: “Non ho mai indossato la maglia delle Aquile per pochissimo: quando ero all’Avellino sarei dovuto venire allo Spezia, ma poi fallirono entrambe… Sarei venuto molto volentieri, secondo me è una piazza molto ambita e calda in cui si fa calcio vero. Qui si vive di calcio, la tifoseria è legata alla squadra e ho sempre visto anche nelle difficoltà una tifoseria molto presente nella vita quotidiana della squadra. L’appartenenza di questi ragazzi è forte e tanti sono di qui e tifosi della squadra”.
Su cosa bisogna migliorare: “Dobbiamo migliorare in tantissime cose, sono ragazzi di 15-16 anni. Mi piace la loro disponibilità al cambiamento, non per chissà quali cose ma per la mentalità proiettata alla possibilità di arrivare in Primavera in meno di due anni. L’obiettivo deve essere quello, diventare un patrimonio del club”.
Su che tipo di allenatore si ritiene: “Sono uno di poche parole, che cura costantemente i particolari. Qualcosa che fa la differenza nel calcio”.