Grande impresa dello Spezia, che frena la serie positiva di un Palermo che crolla dopo quattro successi consecutivi. Eugenio Corini schiera un 4-2-3-1 molto elastico e mai rinunciatario. Massimiliano Alvini, invece, propone il solito 3-4-1-2 con Zurkowski che funge da trequartista tra le linee dietro ai due attaccanti Moro, punta centrale e Antonucci che gli gira intorno.
Parte senza indugi lo Spezia andando a prendere alto il Palermo per cercare di rompergli il palleggio dal basso. Come scrive Il Secolo XIX, i terzi di difesa Amian e Nikolau si inseriscono subito per creare superiorità numerica nella zona nevralgica e raddoppiare sulle corsie laterali con Elia e Reca. Insigne e Di Francesco sono costretti a diversi ripiegamenti profondi, con i rosanero che si chiudono molto corti lasciando il solo Brunori davanti.
La chiave tattica
Alvini non ha timori a giocarsela tre contro tre in fase difensiva con Amian, Bertola e Nikolau contro Di Francesco, Brunori e Insigne e questo permette agli aquilotti di stare comunque alti. Lo Spezia si chiude in un 5-4-1 elastico nelle transizioni passive, dando densità davanti a Dragowski, ma appena può si distende con folate molto pericolose, come nell’occasione del vantaggio di Reca. È in mezzo al campo che si vede il lavoro più importante ed efficace dello Spezia nel limitare le fonti di gioco dei palermitani, Zurkowski va alla caccia di Gomes e poi gli scappa alle spalle inserendosi in zona offensiva (visto il passo diverso). Cassata va alla caccia di Henderson mentre Esposito scala su Segre, che parte dal centro sinistra ed appoggia i movimenti di Lund sulla corsia laterale. Per almeno un tempo è uno Spezia di buona qualità, a parte qualche affanno nel finale che ha solo il difetto di non chiuderla visto gli spazi a disposizione.
Nella ripresa, Corini prova a cambiare le carte in tavola, passando al 4-2-3-1, ma lo Spezia si difende e avanzando colpisce alle spalle la difesa rosanero, soprattutto dietro i quarti di difesa. Nel finale gli aquilotti si rilassano troppo, perdono in lucidità e arretrano troppo, rovinando una partita di sostanza e di personalità.
LE NOSTRE PAGELLE DEL MATCH
ALVINI: “C’È RAMMARICO, MA ANCHE LA CERTEZZA DEL PERCORSO INTRAPRESO”
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Servono vittorie punti e in fretta , il tempo dei discorsi è finito