Sarà una prima volta assoluta quella dei fratelli Esposito, che si sfideranno nel sentito derby ligure fra Sampdoria e Spezia. Tutti e tre in campo contemporaneamente c’erano già stati, nella sfortunata serata in cui tutti e tre persero tanto: il mondiale U20 Pio, la Serie A Salvatore e la promozione in A Sebastiano, ma stavolta è un’altra storia. Tutti e tre i ragazzi militano nel campionato di Serie B e sfidarsi nello stesso momento e sullo stesso campo non sarà qualcosa di tutti i giorni. E anche in famiglia è un vero e proprio momento di attesa e scaramanzia, come testimonia il padre dei giocatori Agostino Esposito. A sua volta ex calciatore, il genitore ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni le sensazioni di questo momento così inusuale.
Cominciamo subito in maniera diretta: come si vive in famiglia una partita così?
Sono nella scuola calcio di Castellammare, dove loro sono cresciuti. Sono sceso proprio per diminuire la tensione e far passare presto questi giorni: vorrei che fosse già venerdì sera. Lascio liberi i ragazzi, che stanno vivendo un’emozione particolare, mentre noi siamo emozionati, felici e orgogliosi. È una partita che porta adrenalina e non so come gestirla e non so nemmeno se riuscirò ad andarci e magari rimanere rimanere in salotto. L’importante è che sia una giornata di felicità per la famiglia Esposito.
Già quella sera in cui tutti e tre fallirono gli obiettivi giocando in contemporanea non era andata bene…
È il passato. Lasciamocelo alle spalle e pensiamo soltanto alla partita di venerdì che è qualcosa di diverso.
L’ultimo a rientrare sarà Pio, che oggi è in Nazionale. Come lo sta vedendo?
Lo lascio tranquillo. Dico solo che siamo felici, orgogliosi e da genitori vogliamo che sia una giornata speciale per tutti. È difficile anche parlargli, in Nazionale hanno orari differenti specialmente se giocano all’estero. In generale cerco di lasciare tutti e tre sereni per affrontare questa gara con estrema serenità. Poi dovranno pensare che sarà solo una gara e dopo ne arriverà subito un’altra.
È contento che sia andato a giocare in Serie B?
Sarei stato più contento se fossero stati tutti nella solita squadra (ride n.d.r.), anche perché è la prima volta che si scontrano e che la famiglia li osserva.
Esiste una qualche scaramanzia in questi casi?
Siamo napoletani (ride n.d.r.), ognuno di noi ce l’ha. Non possiamo che essere soprattutto emozionati.
Da ex calciatore: c’è un consiglio che si può dare per risalire la classifica in un momento delicato come questo?
Rimanere sempre con i piedi per terra, innanzitutto, senza mai accontentarsi. Il lavoro quotidiano è l’unica via: pedalare, stare zitti e dare sempre il meglio di se stessi, che i risultati arriveranno. Non è forte chi non cade mai, ma lo è chi cade e sa rialzarsi. A me in queste situazioni è capitato anche di peggio: essere ultimo in classifica e arrivare a salvarmi e poi aver vinto uno scudetto.